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Gassificatore, Roma s’è ripresa i 23 milioni

Nella foto d’archivio i fanghi della concia stoccati in una discarica della zona industriale di Arzignano.
Nella foto d’archivio i fanghi della concia stoccati in una discarica della zona industriale di Arzignano.
Nella foto d’archivio i fanghi della concia stoccati in una discarica della zona industriale di Arzignano.
Nella foto d’archivio i fanghi della concia stoccati in una discarica della zona industriale di Arzignano.

I quasi 23 milioni di euro del Ministero ancora disponibili nell’accordo di programma per la tutela delle risorse idriche del bacino Fratta-Gorzone vanno destinati ad altre priorità. È questo il contenuto della lettera che da Roma il Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare, ha inviato alla Regione Veneto. Togliendo, in pratica, al distretto della concia la disponibilità di una parte cospicua del finanziamento dell’accordo siglato nel 2005 e scaduto al 31 dicembre 2015, che prevedeva investimenti per 90 milioni di euro, destinati anche all’impianto trattamento fanghi.

Nella lettera si precisa che i 22.797.000 euro, ancora disponibili come risorse ministeriali, vanno destinati dalla Regione ad altri agglomerati in Veneto, che sono all’attenzione della Commissione Europea per il trattamento non conforme delle acque reflue urbane; interventi considerati prioritari per evitare eventuali deferimenti alla Corte di Giustizia europea. Roma scrive, inoltre, che le risorse disponibili nell’accordo siglato nel 2005 per il bacino Fratta-Gorzone vanno riprogrammate nell’ambito dell’accordo quadro generale «sulla tutela e la gestione integrata delle risorse idriche della Regione».

In pratica, lo Stato toglie specificità di “zona” all’accordo del 2005 tra Ministero, Regione, Province di Vicenza, Verona e Padova, Comuni di Arzignano, Montecchio, Trissino, Montebello e Lonigo, autorità di bacino e di ambito territoriale, enti gestori, Arpav e associazioni di categoria del distretto della concia.

La prima reazione forte arriva dal consigliere regionale Stefano Fracasso, firmatario dell’accordo del 2005 come sindaco di Arzignano e presidente dell’allora Ato. «Ricordo bene cosa ha significato dieci anni fa mettere tutti intorno ad un tavolo per investire su questo territorio, per migliorare la situazione ambientale – spiega Fracasso – e ottenere 90 milioni di euro. Vedere adesso che non si è riusciti ad arrivare in fondo e che si perdono quasi 23 milioni di euro mi lascia allibito. L’accordo di programma è scaduto al 31 dicembre del 2015 e in questi anni ci sono state tante chiacchiere ma poche decisioni. Così il Ministero ha deciso di spostare le risorse. Questi soldi potevano essere utili per il distretto. Perché la finalità dell’accordo del 2005 era proprio quella di vincolare le risorse in questo distretto e alle sue priorità, per evitare che finissero nel minestrone dei fondi regionali. E invece… Adesso bisogna tirarsi su le maniche: ci vogliono decisioni ufficiali, atti, delibere. Perché poi non ci si può lamentare che mancano le risorse se quando ci sono non si ha la capacità di decidere cosa fare. Adesso bisogna rimettersi a definire un nuovo accordo di interventi ambientali».

Luisa Nicoli

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