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Brendola

Furto in casa
Fantin:
ripresa

«Ormai viviamo in uno Stato di doveri e non più di diritti. La sicurezza nella propria casa dovrebbe essere garantita, ma così non è. Chi ci dovrebbe difendere, e non mi riferisco alle forze dell’ordine ma a chi sta ben più in alto, non sta facendo il proprio dovere. Ci costringono a vivere blindati, e non mi riferisco solo alla mia famiglia: qui nei dintorni i ladri hanno colpito un po’ dappertutto».

L’amara constatazione è di Patrizia Gobbo, moglie di Flori Fantin, all’indomani del furto subito nella propria abitazione all’inizio della salita di via San Vito che porta nell’omonima frazione di Brendola.

«Se dietro può esserci un basista? Lo escludo, è da anni che in casa non facciamo lavori e negli ultimi anni in casa sono entrate solo persone che conosciamo. Sono convinta che ci abbiano tenuto sotto controllo, e quando hanno visto una possibilità sono entrati in azione. Io e mio marito la sera usciamo di rado. Stamattina (ieri per chi legge) un vicino ci ha riferito di aver notato un’auto sospetta parcheggiata in un cantiere qui vicino».

Professionisti del furto. Per entrare nella villa hanno forzato una finestra della cucina, ma orme di scarpe sono state trovate anche lungo una grondaia, come se chi voleva entrare prima si sia assicurato che anche ai piani superiori la casa fosse sgombera. Poi hanno eliminato il sistema d’allarme, entrato puntualmente in azione ma subito zittito.

«Avevamo due sirene, posizionate – racconta il marito, l’imprenditore Flori Fantin - a circa dieci metri d’altezza: le hanno, non so come, divelte. Le avevamo posizionate lì dopo che circa 5 anni fa abbiamo subito un altro furto: allora erano sul tetto e le hanno riempite di schiuma per zittirle. Questa volta invece sul tetto hanno neutralizzato il ponte radio collegato al sistema d’allarme».

Ingente il bottino portato via dai ladri. «Hanno rubato – riassume il figlio Marco - tutta l’argenteria: pezzi originali e di notevole peso, la maggior parte appartenenti a mia nonna ma anche a mia bisnonna. E poi i monili in oro che hanno trovato. Fa soprattutto male perché erano ricordi ai quali la mia famiglia era particolarmente affezionata. Il valore? Credo sopra i 40 mila euro. La Bmw di mio padre con la quale i ladri se ne sono andati era invece datata: una 330 xt di quasi 15 anni».

Giorgio Zordan

ZORDANGI

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