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Fontanelle, inquinamento da condanna

Uno scorcio degli impianti di depurazione di Medio ChiampoGiuseppe CastamanLuigi Culpo, dg Medio Chiampo
Uno scorcio degli impianti di depurazione di Medio ChiampoGiuseppe CastamanLuigi Culpo, dg Medio Chiampo
Uno scorcio degli impianti di depurazione di Medio ChiampoGiuseppe CastamanLuigi Culpo, dg Medio Chiampo
Uno scorcio degli impianti di depurazione di Medio ChiampoGiuseppe CastamanLuigi Culpo, dg Medio Chiampo

La responsabilità penale dei ripetuti inquinamenti avvenuti a Gambellara dalla fine estate 2014, provocati dagli sversamenti dei pozzetti fognari di località Fontanelle per le eccezionali piogge, è della multiutility Medio Chiampo spa, gestore unico del servizio idrico integrato anche per i Comuni di Montebello e Zermeghedo. Il giudice Sara Pitinari l’ha condannata a 30 mila euro di sanzione amministrativa. In precedenza, il presidente Giuseppe Castaman, 60 anni, di Montorso, il suo predecessore Pier Giorgio Rigon, di 84, di Montebello, e il direttore generale Luigi Culpo, 60 anni, di Arzignano, hanno pagato ciascuno 13 mila euro di oblazione amministrativa e il tribunale ha dichiarato il non luogo a procedere. Medio Chiampo, difesa dall’avvocato Marco Dal Ben, si è sempre chiamata fuori spiegando che l’amministrazione comunale aveva informato che la condotta fognaria era stata separata da quella delle acque piovane e, in quanto gestore, non aveva dubitato della correttezza della notizia. La vicenda segnalata dai residenti di Fontanelle risaliva al settembre 2014 e proseguiva fino ad oggi, almeno secondo il capo d’imputazione. Infatti, è coinvolto oltre a Rigon, anche Castaman cui aveva ceduto il bastone del comando del Consorzio nell’ottobre di cinque anni fa. I cittadini segnalarono che in concomitanza con i nubifragi c’era stata la fuoriuscita di liquami da quello che in gergo è chiamato “scolmatore fognario” di cui Medio Chiampo aveva la gestione. Inoltre, secondo la procura, il consorzio aveva omesso di eseguire le comunicazione di legge agli enti interessati. In aula, l’avv. Dal Ben ha replicato che il Comune quando trasmise al consorzio i dati della rete «precisò che quella di via Fontanelle sarebbe stata separata. Avrebbe avuto una doppia condotta, una per le acque meteoriche e l’altra per le acque fognarie». Di conseguenza la rete non avrebbe dovuto essere condizionata dalla pioggia, anche se fosse caduta copiosa. Invece, i temporali avevano fatto emergere la criticità, facendo arrabbiare i residenti di via Fontanelle perché la zona si era trasformata in una fogna a cielo aperto. Erano così partite le segnalazioni al sindaco dell’epoca, Michela Doro, e c’erano state le comunicazioni della polizia giudiziaria in procura. Medio Chiampo aveva incaricato l’ingegnere Fongaro di eseguire una costante verifica dei pozzetti fognari e dell’intera rete. Ed erano state sostituite le pompe dell’impianto di via Fontanelle. Invece, ad avviso del pm d’udienza Sabino Palumbieri - l’inchiesta era stata coordinata dal pm Luigi Salvadori -, la responsabilità di Medio Chiampo diretta da Luigi Culpo è emersa dalle prove processuali oltre ogni ragionevole dubbio. Se ne ridiscuterà in Appello a Venezia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ivano Tolettini

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