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Famiglie si autotassano
per i bimbi di Chernobyl

I bambini di Chernobyl ospitati lo scorso anno dalle famiglie. A.MAS.
I bambini di Chernobyl ospitati lo scorso anno dalle famiglie. A.MAS.
I bambini di Chernobyl ospitati lo scorso anno dalle famiglie. A.MAS.
I bambini di Chernobyl ospitati lo scorso anno dalle famiglie. A.MAS.

Quest’anno ci hanno pensato le famiglie a sostenere il progetto di accoglienza dei bambini bielorussi in Valchiampo. Che altrimenti rischiava, dopo 22 anni, di essere sospeso. E dove non sono arrivate le istituzioni e gli enti pubblici e privati, che da anni hanno ridotto i contributi, si è fatta avanti la generosità dei cittadini, che già accolgono i piccoli per un mese in casa, a dare anche un sostegno economico, per un massimo di 200 euro. Con un versamento volontario al Comitato Progetto Chernobyl Arzignano, che così ha potuto confermare l’iniziativa. Rimasta in forte dubbio proprio per una serie di difficoltà economiche.

Da ieri, quindi, 31 bambini bielorussi, di età tra i 7 e i 9 anni, provenienti dai villaggi delle zone più contaminate della Bielorussia, sono ospitati ad Arzignano, ma anche a Brendola, Chiampo, Crespadoro e Montorso. «Non volevamo interrompere un’esperche procede ininterrottamente da 22 anni - spiega il presidente del comitato Augusto Carradore - proprio nel 30° anniversario del disastro nucleare di Chernobyl. Oggi, oltre all’aspetto del disastro nucleare, il nostro è diventato anche un progetto di sostegno sociale. Ci sono molti villaggi poverissimi. E i bambini che ospitiamo vengono da famiglie disagiate, alcuni sotto tutela, molti con un solo genitore. Per loro è un mese di scuola, ma anche di divertimento, di conoscenza e di salute».

Dalle istituzioni infatti i contributi si sono ridotti come numero e come importo, partecipano ancora, tra gli altri, il Comune, la Fondazione Peretti, la Marelli. Ma il costo, per ospitare 31 bambini, si aggira sui 30 mila euro. Una somma importante. Così il presidente Carradore, già a novembre dello scorso anno, ha lanciato una sorta di appello alle famiglie. Con una lettera, che chiedeva un contributo volontario per sopperire alle spese. «Lo scorso anno abbiamo chiuso il bilancio in negativo, per quasi 6 mila euro. E quindi dovevamo coprire ancora parte del 2015. Ringrazio le famiglie che hanno voluto portare avanti il progetto e ci hanno consentito di far avviare la macchina organizzativa dell’accoglienza».

«Dieci anni fa ospitavamo 64-65 bambini - continua Carradore - ora sono praticamente la metà. Perchè le difficoltà economiche si stanno facendo sentire. Ma la nostra valle ha sempre risposto al meglio”. La scelta dei bambini da portare ad Arzignano spetta agli stessi componenti del comitato, che ogni anno visitano i villaggi più poveri della Bielorussia in prima persona. Per verificare dove ci sono maggiori difficoltà.

«E una gioia per noi avere in casa una bambina - dice Luciana Pegoraro, che da 8 anni ospita una piccola bielorussa -. E quindi abbiamo dato la disponibilità al contributo, nel nostro piccolo quello che possiamo lo facciamo volentieri. Speriamo di riuscire a portare avanti il progetto». «Noi ospitiamo due bambine – dice Regina Magnabosco, al quinto anno di accoglienza – perché così è più facile per loro. Giocano, si fanno compagnia. Il comitato era in difficoltà, gli enti e i comuni non danno più cifre importanti ma noi contribuiamo volentieri. Mi dà tanta gioia averle qui. Ammiro questi bambini».

Luisa Nicoli

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