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Donne maltrattate, sportello di aiuto

Il simbolo delle scarpe rosse in una piazza per dire no alla violenza sulle donne. FOTO ARCHIVIO
Il simbolo delle scarpe rosse in una piazza per dire no alla violenza sulle donne. FOTO ARCHIVIO
Il simbolo delle scarpe rosse in una piazza per dire no alla violenza sulle donne. FOTO ARCHIVIO
Il simbolo delle scarpe rosse in una piazza per dire no alla violenza sulle donne. FOTO ARCHIVIO

Ad Arzignano apre uno sportello contro la violenza sulle donne. Un fenomeno così attuale ma ancora sommerso che nel territorio dell’Ulss 5 appare consistente, a detta di operatori e forze dell’ordine che si occupano delle vittime di maltrattamenti. A Casa Sant’Angela, in via Cavour, il servizio sarà operativo dal 1 ottobre ma in realtà, al numero telefonico di riferimento 392 0115571 da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13.30, è già possibile prenotare un appuntamento per un colloquio o per una consulenza legale.

Questo è il nuovo progetto è della Fondazione Casa Sant’Angela onlus in convenzione con l’associazione “Donna Chiama Donna” che già gestisce il centro antiviolenza comunale di Vicenza. Lo sportello sarà aperto ogni martedì pomeriggio per gli incontri, su appuntamento, almeno per i primi tre mesi. Ma questo presidio di informazione, prevenzione e sostegno alle donne di fronte ai casi di violenza e maltrattamenti è destinato ad essere allargato sulla base delle necessità di Arzignano e dell’Ulss 5. Dove mancano riferimenti di supporto di questo tipo. Come è emerso dal confronto, voluto dalla Fondazione Casa Sant’ Angela, che ha riunito associazione “Donna Chiama Donna”, Ulss 5, Comune, carabinieri con il comandante della compagnia di Valdagno capitano Mauro Maronese e della stazione locale maresciallo Michele Mascolo. E il “Gruppo dell’Amicizia” che gestisce le attività di Casa Sant’Angela.

«Si parte intanto con una convenzione della durata di tre mesi - spiega la presidente della fondazione Susanna Magnabosco -. Una sorta di start-up, per misurare le energie e per aggiustare il servizio, finanziato dalla fondazione. Con l’obiettivo di creare una rete sul territorio e di individuare nuove risorse, anche in collaborazione con l’Ulss 5». Continua Magnabosco: «Ci siamo resi conto delle necessità al femminile che ci sono, di sostegno e di ospitalità in caso di violenze in famiglia, e della mancanza di uno sportello di riferimento, non solo ad Arzignano ma anche nei comuni vicini, per un primo supporto. Da presidente del Rotary di Vicenza inoltre, fino a giugno di quest’anno, ho avuto modo di conoscere meglio l’associazione “Donna Chiama Donna” e il centro antiviolenza, con cui abbiamo realizzato un service. E quindi abbiamo deciso di partire anche qui. Con le professionalità di una struttura che già funziona da anni a Vicenza».

Che il fenomeno abbia una certa consistenza anche sul territorio dell’Ulss 5 la conferma arriva dalle forze dell’ordine. In questi anni sono aumentate le denunce. E da più parti è emersa la necessità di fare un passo ulteriore; di avere cioè strutture protette per l’accoglienza nel momento dell’emergenza. «Al centro antiviolenza di Vicenza da aprile 2012 a settembre dello scorso anno abbiamo avuto circa 686 contatti e 359 donne prese in carico - spiega la presidente di ”Donna Chiama Donna“ onlus, Laura Zanichelli -. Ad Arzignano o comunque nella zona Ovest Vicentino dobbiamo capire quali sono le esigenze. Alcune chiamate sono già arrivate e ci è già capitato di seguire donne di questa zona. Significa che anche qui la necessità c’è. L'obiettivo è attivare una rete sul territorio e individuare poi delle strutture protette».

Luisa Nicoli

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