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Disabili-infermieri Dalla casa famiglia agli aiuti in corsia

Alcuni degli ospiti della casa famiglia Peter Pan con la responsabile nella sede di via Venezia. NICOLI
Alcuni degli ospiti della casa famiglia Peter Pan con la responsabile nella sede di via Venezia. NICOLI
Alcuni degli ospiti della casa famiglia Peter Pan con la responsabile nella sede di via Venezia. NICOLI
Alcuni degli ospiti della casa famiglia Peter Pan con la responsabile nella sede di via Venezia. NICOLI

Alla Casa famiglia per diversamente abili “Peter Pan” di Arzignano non ci si annoia di certo. Perché gli ospiti, una decina di utenti e altri sette in rotazione nel progetto sollievo alle famiglie durante i week-end, hanno una dettagliata agenda di impegni. «Vogliamo far sentire i ragazzi utili al territorio, protagonisti di alcuni progetti in convenzione. E loro sono orgogliosi di farlo», precisa Elena Baggio, responsabile e coordinatrice della casa famiglia. I PROGETTI. Così, per almeno due giorni a settimana sono impegnati al centro residenziale anziani Scalabrin, dove preparano le garze per le medicazioni e seguono altri piccoli lavoretti di sostegno, e poi danno una mano in lavanderia per la ricostruzione e la sistemazione dei cuscini, mentre il sabato mattina, con una convenzione datata dicembre 2017, sono al vivaio “Angolo Verde” di Arzignano per pulire le piantine e sistemare i vasetti. Ovviamente è tutto volontariato, «non ci sono retribuzioni», precisano le operatrici, ma per i ragazzi rappresenta un modo per dimostrare di essere utili alla comunità. L’IMPEGNO. «Per le attività allo Scalabrin hanno la divisa, composta da una maglietta rossa con un cartellino autorizzativo - continua Elena Baggio - per loro indossarla significa andare a lavorare. E guai se non hanno la maglietta a posto. Ci tengono davvero tanto e si impegnano molto. Durante l’estate le garze le prepariamo nella nostra sede e al centro residenziale portiamo a passeggio gli anziani». LA STRUTTURA. La casa famiglia, che conta due educatori e otto operatori socio-sanitari, è nata nel 1997 in città ospitata prima a San Rocco in uno stabile di proprietà comunale fino al 2004 quando venne acquistata la sede attuale, in via Venezia, che ha diversi locali, tra cui camere, spazio laboratorio e lavanderia. Ospita persone con disabilità e disturbi psichiatrici, tra cui l’autismo, dai 16 ai 65 anni, provenienti da tutto l’Ovest Vicentino, e quindi Arzignano, Chiampo, Montebello, Montecchio. Oltre ai 9 posti letto per residenti e uno per il sollievo nei week-end, dispone anche di un appartamento protetto che ospita due persone con disabilità a bassa soglia sufficientemente autonome, che vengono comunque seguite dalla casa famiglia. Attualmente nella palazzina di via Venezia ci sono soprattutto uomini, le donne sono solo un paio, e l’età media va da 25 ai 50 anni: alcuni, come Elisa, sono residenti lì da oltre 15 anni. Alla casa famiglia tutto è organizzato: dalle attività diurne al centro, come i turni per preparare la tavola, alle attività esterne, una volta a settimana al centro anziani per giocare a bocce e poi in piscina a Trissino ogni 15 giorni. «Lavoriamo in collaborazione con i Comuni e l’Ulss 8 - spiega Baggio - e qualche contributo dal territorio ci aiuta nel miglioramento della qualità della vita». L’INIZIATIVA. Per essere utile alla comunità la Casa famiglia ha lanciato anche il progetto “Spesa solidale”, che viene portata direttamente a casa, ma finora le adesioni sono state poche. «Lo facciamo per qualche conoscente e qualche volontario - conclude Baggio - il servizio sarebbe a disposizione degli anziani, ma c’è una certa diffidenza da parte dei cittadini. Noi comunque siamo pronti, per il territorio di Arzignano». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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