La giornata clou della Fiera dei Santi, ad Arzignano, ha attirato fin dal mattino grandi e piccini, anche dai comuni limitrofi, che hanno preso d’assalto luna park e mercato.
Circa 20 mila le persone a fine giornata. E per tutti caldarroste o “fritola co la maresina” alla Baita Alpina e alla Pro loco, apprezzata anche la “bondiola di S. Agata”. Tra le bancarelle del mercato, 144 ambulanti e 17 espositori, presenze storiche e una trentina di stranieri, che spesso si sono reinventati un nuovo mestiere. «È il terzo anno - racconta Shamas Ud-din, 47 anni residente a Vicenza, originario del Pakistan, banco tra biancheria e oggettistica - prima lavoravo in fabbrica, ma lo stabilimento è stato trasferito all’estero. Non c’era lavoro. Così giro con il banco a Vicenza, Schio, Thiene, Arzignano. La mia famiglia è in Pakistan: moglie e cinque figli». «Per me è la prima volta - spiega Dalwinder Singh, origini indiane, che vive a Montebello con la famiglia - ho comperato il banco da poco. Prima ero in conceria, poi ho avuto un incidente sul lavoro e ho cambiato. Per un po’ ho guidato il camion, adesso sono qua». Alcuni ambulanti sono ormai storici. «Vengo qui dal 1974 - racconta Pasquale Davide da Schio, banco di pigiameria - fino a dieci anni fa facevo anche il mercato. La Fiera dei Santi resta una tradizione, ma è cambiata: una volta si aspettavano le bancarelle per comperare, oggi ci sono i grandi centri commerciali aperti anche la domenica». «Sono qui da 15 anni - dice Giuseppe Battistello di Tezze sul Brenta, biancheria per la casa - una volta si lavorava molto di più. Per fortuna ci sono i clienti fissi che ritornano. E che riconoscono la qualità». Qualcuno fa anche strada per essere ad Arzignano. «Siamo di Latisana, sono circa 150 chilometri - dice Giosuè Cimmino, banco abbigliamento e profumi - spendiamo 300 euro tra albergo, banco e plateatico. Quest’anno va così così, perché il 1° è di mercoledì, va meglio se vicino al week-end». «Siamo qua da oltre 40 anni, prima papà Riccardo - dice Pietro Gregori da Tombolo, banco di caldarroste - una volta la gente spendeva di più. Ora compra solo qualcosa da passeggio. I prezzi? Sempre uguali: 5 euro due etti e mezzo, 10 euro per sei». Specialità gastronomiche e giostre hanno mantenuto più o meno i prezzi dello scorso anno. «C’è un calo fisiologico - dice Luca Borgonovi da Mirandola, giostra Babyshow - nei week-end non ci sono le bancarelle e quindi meno gente». Ma i bambini si divertono comunque. «Veniamo per loro» dice Ilaria, mamma della piccola Nora.