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«Dalla fabbrica ai banchi della fiera»

Via vai continuo ieri in centro per la tradizionale fiera di OgnissantiOltre 140 le bancarelle presenti, una trentina gestite da stranieri Moltissime le persone che hanno riempito le vie del centro Il Centro operativo per eventuali emergenze. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Via vai continuo ieri in centro per la tradizionale fiera di OgnissantiOltre 140 le bancarelle presenti, una trentina gestite da stranieri Moltissime le persone che hanno riempito le vie del centro Il Centro operativo per eventuali emergenze. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Via vai continuo ieri in centro per la tradizionale fiera di OgnissantiOltre 140 le bancarelle presenti, una trentina gestite da stranieri Moltissime le persone che hanno riempito le vie del centro Il Centro operativo per eventuali emergenze. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Via vai continuo ieri in centro per la tradizionale fiera di OgnissantiOltre 140 le bancarelle presenti, una trentina gestite da stranieri Moltissime le persone che hanno riempito le vie del centro Il Centro operativo per eventuali emergenze. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN

La giornata clou della Fiera dei Santi, ad Arzignano, ha attirato fin dal mattino grandi e piccini, anche dai comuni limitrofi, che hanno preso d’assalto luna park e mercato.

Circa 20 mila le persone a fine giornata. E per tutti caldarroste o “fritola co la maresina” alla Baita Alpina e alla Pro loco, apprezzata anche la “bondiola di S. Agata”. Tra le bancarelle del mercato, 144 ambulanti e 17 espositori, presenze storiche e una trentina di stranieri, che spesso si sono reinventati un nuovo mestiere. «È il terzo anno - racconta Shamas Ud-din, 47 anni residente a Vicenza, originario del Pakistan, banco tra biancheria e oggettistica - prima lavoravo in fabbrica, ma lo stabilimento è stato trasferito all’estero. Non c’era lavoro. Così giro con il banco a Vicenza, Schio, Thiene, Arzignano. La mia famiglia è in Pakistan: moglie e cinque figli». «Per me è la prima volta - spiega Dalwinder Singh, origini indiane, che vive a Montebello con la famiglia - ho comperato il banco da poco. Prima ero in conceria, poi ho avuto un incidente sul lavoro e ho cambiato. Per un po’ ho guidato il camion, adesso sono qua». Alcuni ambulanti sono ormai storici. «Vengo qui dal 1974 - racconta Pasquale Davide da Schio, banco di pigiameria - fino a dieci anni fa facevo anche il mercato. La Fiera dei Santi resta una tradizione, ma è cambiata: una volta si aspettavano le bancarelle per comperare, oggi ci sono i grandi centri commerciali aperti anche la domenica». «Sono qui da 15 anni - dice Giuseppe Battistello di Tezze sul Brenta, biancheria per la casa - una volta si lavorava molto di più. Per fortuna ci sono i clienti fissi che ritornano. E che riconoscono la qualità». Qualcuno fa anche strada per essere ad Arzignano. «Siamo di Latisana, sono circa 150 chilometri - dice Giosuè Cimmino, banco abbigliamento e profumi - spendiamo 300 euro tra albergo, banco e plateatico. Quest’anno va così così, perché il 1° è di mercoledì, va meglio se vicino al week-end». «Siamo qua da oltre 40 anni, prima papà Riccardo - dice Pietro Gregori da Tombolo, banco di caldarroste - una volta la gente spendeva di più. Ora compra solo qualcosa da passeggio. I prezzi? Sempre uguali: 5 euro due etti e mezzo, 10 euro per sei». Specialità gastronomiche e giostre hanno mantenuto più o meno i prezzi dello scorso anno. «C’è un calo fisiologico - dice Luca Borgonovi da Mirandola, giostra Babyshow - nei week-end non ci sono le bancarelle e quindi meno gente». Ma i bambini si divertono comunque. «Veniamo per loro» dice Ilaria, mamma della piccola Nora.

Luisa Nicoli

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