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Chiude l’ambulatorio e viene sospesa

L’ex ambulatorio della dottoressa, la chiusura ha fatto scattare la sospensione per un mese. MASSIGNAN
L’ex ambulatorio della dottoressa, la chiusura ha fatto scattare la sospensione per un mese. MASSIGNAN
L’ex ambulatorio della dottoressa, la chiusura ha fatto scattare la sospensione per un mese. MASSIGNAN
L’ex ambulatorio della dottoressa, la chiusura ha fatto scattare la sospensione per un mese. MASSIGNAN

Dottoressa di base di Arzignano sospesa dall’Ulss. Si tratta di Maria Rosaria Borrelli, due studi medici, uno nel centro di Arzignano e l’altro a Tezze. Per effetto di questo provvedimento, dovrà restare ferma un mese. Congelato quindi per trenta giorni il suo rapporto di lavoro con l’azienda Berica.

La pesante sanzione è stata comminata perché la professionista, fra l’altro recidiva per una identica infrazione, non ha comunicato all’Ulss la chiusura del suo ambulatorio di Tezze e ha pure omesso di individuare un proprio sostituto.

In pratica il medico che, in quanto convenzionato con l’azienda sanitaria, è tenuto a rispettare le regole dettate dal contratto nazionale di lavoro, avrebbe arbitrariamente messo sotto chiave lo studio, senza premurarsi di trovare un collega che ne facesse le veci, mettendo così in difficoltà i propri assistiti.

Da qui la violazione di due precisi articoli, il 36 e il 37, dell’Accordo nazionale. Le norme non ammettono infatti eccezioni o deroghe.

Il medico convenzionato con l’Ulss è tenuto a garantire l’apertura dello studio, a esporre all’ingresso l’orario di lavoro, e a comunicare all’azienda entro trenta giorni eventuali variazioni della propria attività.

Il medico inoltre, nel caso fosse impossibilitato a prestare servizio secondo orari e modalità conunicati all’azienda sanitaria, oltre a farsi sostituire fin dall’inizio, ha comunque l'obbligo, se la propria assenza si protrae per più di tre giorni consecutivi, di trasmettere all’Ulss entro il quarto giorno dall’avvicendamento, il nominativo del collega che ne prende provvisoriamente il posto.

Insomma, una doppia infrazione, quella che si è verificata nei mesi scorsi quando era ancora in vita l’Ulss 5, oggi incorporata nella Ulss 8 Berica.

Per questo la contestazione, spedita dagli uffici di Arzignano dell’ex azienda dell’Ovest vicentino al Collegio arbitrale istituito a suo tempo dalla Regione, come stabilisce lo stesso Accordo nazionale, per valutare le violazioni più gravi a carico di un medico di medicina generale convenzionato.

Risale al 30 settembre l’apertura del procedimento, mentre il 16 novembre è arrivata la sentenza del Collegio riunitosi a Mestre sotto la presidenza dell’avv. Alvise Bragadin. Il “gran giurì”, formato da componenti di parte pubblica e di designazione ordinistica, ha accertato la fondatezza dei rilievi mossi dall’Ulss in merito alla condotta della dottoressa che, come detto, i passato era già incorsa, sul fronte disciplinare, in un analogo incidente di percorso, e ha proposto all’Ulss di applicare per il medico di base di Arzignano la sanzione della sospensione del rapporto di lavoro per un mese.

Si tratta del secondo fra i tre livelli di “pena” previsti per le violazioni di maggior gravità, che vanno dalla riduzione del trattamento economico fino a cinque mesi, alla sospensione per un periodo non inferiore a un mese, fino alla revoca definitiva del rapporto.

Quindi, l’ultimo atto. Il 23 gennaio la direzione della Berica ha recepito il provvedimento del Collegio e ha comminato la sanzione, dando incarico agli uffici di nominare un medico sostituto per il periodo di assenza forzata della titolare dell’ambulatorio.

Franco Pepe

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