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Caso punto nascite
«Nessun dubbio
sul trasferimento»

I reparti del Cazzavillan dovè sarà il Punto Nascite.  FOTO MASSIGNAN
I reparti del Cazzavillan dovè sarà il Punto Nascite. FOTO MASSIGNAN
I reparti del Cazzavillan dovè sarà il Punto Nascite.  FOTO MASSIGNAN
I reparti del Cazzavillan dovè sarà il Punto Nascite. FOTO MASSIGNAN

Ostetricia e punto nascita. Chiude Valdagno. Si rafforza Arzignano. Siamo alla stretta finale. L'operazione si dovrebbe concludere nel giro di un mese e mezzo. Si usa il condizionale solo perché le procedure sono ancora in corso ma l'esito appare scontato. Entro metà giugno la direzione regionale dei servizi sanitari dovrà dare l'assenso alla richiesta dell'Ulss 5 ed entro metà luglio è programmato il trasferimento dei due servizi dal San Lorenzo al Cazzavillan. Inizia una nuova storia ormai scritta a meno di colpi di scena che, però, a questo punto, sembrano assolutamente improbabili, visto che la documentazione già partita per Venezia rispetta tutti i crismi normativi e tecnici previsti per strategie operative del genere.

Il direttore sanitario Giampaolo Stopazzolo non ha trascurato il minimo dettaglio. La base di partenza è la decisione presa a maggioranza con cui la Conferenza dei sindaci ha approvato la proposta di concentrare ad Arzignano il reparto maternità per creare un grosso punto nascite baricentrico rispetto alla geografia aziendale. C'è poi il “sì” unanime del 25 membri del Consiglio dei sanitari.

Le spese del trasloco non superano e 130 mila euro e i locali di Arzignano hanno bisogno solo di tinteggiatura. Non manca, dunque, nulla in quella che, sotto l'aspetto burocratico, si chiama “richiesta di autorizzazione per la riorganizzazione delle attività ospedaliere di Arzignano e Valdagno in relazione all'avvio della costruzione del nuovo ospedale di Montecchio”.

C'é, infine, a monte, il decreto 70 del 2015 del ministro della salute Beatrice Lorenzin, che dispone la chiusura dei punti nascita sotto soglia in termini di sicurezza, e fissa, come discrimine per la sopravvivenza o meno di un punto nascite, tre fattori: almeno 500 parti annui (e un'asticella da alzare in tendenza verso i 1000); la disponibilità h 24 di ginecologi, pediatri e ostetriche; la presenza a corto raggio della terapia intensiva neonatale.

I numeri dicono che Valdagno rimane sotto la soglia minima. Nel 2015 i parti sono stati 476, e il servizio pediatrico, limitato a sole 3 ore al giorno, è garantito da 3 medici gettonisti che, oltre tutto costano all'azienda 250 mila euro l'anno. Arzignano parte, invece, da una base di 680 parti, ha un reparto di pediatria con 4 medici che, spiega il commissario Giovanni Pavesi, «sarà potenziato in tempi brevi».

Il progetto è pronto. Arriveranno altri 3 specialisti. E si darà il via a un interscambio costante a livello di dipartimento allargato con la pediatria di Vicenza guidata da Massimo Bellettato, che mette sul piatto la sua organizzazione avanzata compresa la nuova terapia intensiva infantile. Pavesi e Stopazzolo hanno pensato pure al rafforzamento tecnologico del polo-maternità del Cazzavillan. Saranno acquistati in primis respiratori e strumenti di monitoraggio di ultima generazione. In meno di due settimane, adesso, l'esame del dossier da parte dei due dirigenti regionali, Claudio Pilerci e Antonio Canini, chiamati a dare il benestare. Intanto Pavesi assicura: «Entro pochi giorni daremo risposta ai quesiti presentati dai sindaci e da Progetto Salute Valle dell'Agno. Vogliamo che non restino né dubbi né incomprensioni. La trasparenza deve essere massima. Operiamo con una visione globale dell'intera Ulss per offrire sicurezza e ed efficienza indistintamente a tutti».

Franco Pepe

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