<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Cari vandali ignoti, siete dei vigliacchi»

Uno dei corridoi allagati a causa del raid di fine dicembre.  ARCHIVIO
Uno dei corridoi allagati a causa del raid di fine dicembre. ARCHIVIO
Uno dei corridoi allagati a causa del raid di fine dicembre.  ARCHIVIO
Uno dei corridoi allagati a causa del raid di fine dicembre. ARCHIVIO

“Cari ignoti”. Inizia così la lettera che gli studenti della terza D della media Zanella di Arzignano ora hanno deciso di scrivere ai vandali che, subito dopo le recenti festività natalizie, nei giorni di chiusura del Comprensivo 1, sono entrati a scuola di notte danneggiando i locali, allagando i corridoi del primo piano e svuotando gli estintori sulle scale. Bravata che ha costretto il Comune e il Comprensivo, in collaborazione con l’istituto scolastico, a interventi di ripristino. “Ci piace pensare che la vostra sia stata una bravata concepita come una sfida estrema - scrivono nella lettera gli studenti -. Uno scherzo di cattivo gusto senza curarsi delle conseguenze. Ma questo è coraggio? Accettare la sfida di un amico dimostrando un atto di forza, è coraggio? Entrare furtivamente in un alloggio, forzandone le serrature senza farsi sorprendere, equivale a essere furbi? Pensiamo che compiere simili bravate senza metterci la faccia sia l’esatto contrario. Essere coraggiosi per noi significa ammettere le proprie colpe, rifiutare di fare una cosa anche se il branco ti incita a farla, affrontare una verifica a scuola, anche se non hai studiato. E soprattutto significa scrivere questa lettera di denuncia perché è coraggioso chi riesce a prendersi le proprie responsabilità, guardando la realtà a testa alta”. La lettera, scritta dai ragazzi per un tema assegnato dalla professoressa di lettere Giulia Puschiavo dopo alcune riflessioni in classe, continua. “Siamo la classe che forse ha maggiormente patito le conseguenze del vostro gesto. La nostra aula si trova infatti in uno dei corridoi allagati e molto danneggiati, anche a causa delle infiltrazioni d’acqua su pavimenti e pareti. Intuiamo sia difficile per voi immaginare i danni che ci avete arrecato. Sono trascorse settimane senza che potessimo disporre più di una nostra aula, di un nostro armadio, di una nostra lim, di un ambiente solo nostro. Tra l’altro in una stanza priva di ogni strumentazione utile a supportare le lezioni. Attualmente siamo “parcheggiati” nell’aula di arte, ambiente poco riscaldato e dispersivo, che ci costringe a rimanere seduti per sei lunghe ore al giorno su sgabelli privi di schienale, concepiti in realtà per due ore settimanali. Non siamo qui per attribuire colpe e per reclamare un colpevole, ma per dire che bisogna detestare il male e l’ingiustizia e non le persone che hanno compiuto tali misfatti. E siamo riusciti a trarre del buono da questa triste vicenda, che rappresenterà un giorno un’importante lezione di vita. Oggi siamo consapevoli che la disperazione e, ancor peggio, la rabbia e il rancore sono solo alibi dietro i quali nascondersi appena si affacciano difficoltà e inciampi quotidiani. L’ottimismo è complicato e richiede fatica”. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

Suggerimenti