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Arzignano

Canile, posti finiti
«Abbandoni
per la crisi»

In aumento al canile di Arzignano gli abbandoni per crisi
In aumento al canile di Arzignano gli abbandoni per crisi
In aumento al canile di Arzignano gli abbandoni per crisi
In aumento al canile di Arzignano gli abbandoni per crisi

ARZIGNANO. «Vi ho portato il mio cane. Non sono più in grado di tenerlo». Questa la frase che i volontari del canile di via Busa ad Arzignano si sono sentiti ripetere più volte quest’estate. E che rappresenta la vera emergenza, insieme all’abbandono dei gatti, per la sezione locale dell’Enpa: sono 121 i cani in una struttura con capienza di 100.

CASI SOCIALI. L’emergenza non sono i cani considerati vaganti, che sono diminuiti, 67 a giugno 2016 e 59 nello stesso mese di quest’anno, quanto i cosiddetti “casi sociali” ovvero cani di proprietà che in situazioni gravi devono essere fatti entrare in canile. E non essendo randagi, ma dotati di microchip, sono a carico dell’Enpa. Sono questi a far crescere i numeri in maniera preoccupante: al 30 giugno del 2016 erano 99, quest’anno 121. «Sono cani di persone che partono per l’estero in cerca di lavoro o che si trovano in condizioni economiche familiari tali da non consentire di occuparsi del proprio animale - spiega la presidente dell’Enpa di Arzignano Veronica Molinari - purtroppo sono sempre di più. Non avendo la possibilità logistica, né economica di accogliere tutti però, il direttivo fa una valutazione in base alla gravità della situazione. Con 120 cani in struttura è difficile accettarne altri. Una situazione causata anche dagli annunci privati che dilagano sui social: l’affido degli animali viene effettuato senza alcun controllo sulla reale capacità di gestione del cane da parte della famiglia adottiva. L’adozione, frutto del capriccio momentaneo o della leggerezza della scelta, comporta che queste persone bussino alla nostra porta o che durante i controlli delle nostre guardie zoofile troviamo animali abbandonati a loro stessi, in recinti o in cortili senz’acqua e cibo. Animali non sterilizzati che mettono al mondo cani destinati a diventare randagi».

ADOZIONI. La situazione si riflette anche sul numero delle adozioni: 61 nei primi sei mesi del 2016, 46 nello stesso periodo quest’anno. «La superficialità con cui troppo spesso vengono regalati i cani si scontra con i nostri controlli pre e post affido che assicurano un’adozione responsabile - continua Molinari - il leggero calo però non ci preoccupa, perché l’anno scorso a giugno avevamo in adozione 10 cuccioli. Il problema è un altro: un cane di oltre sette anni è considerato vecchio e così al canile resta una sorta di “zoccolo duro” di ospiti, che aspettano che qualcuno capisca che un animale di quell’età è più gestibile rispetto al cucciolo e che noi lo possiamo consigliare in base alle esigenze della famiglia».

Luisa Nicoli

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