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Caccia anche al basista del colpo milionario

L’abitazione dei fratelli Ruffoni in corso Matteotti svaligiata dai ladri a San Silvestro. FOTO MASSIGNAN
L’abitazione dei fratelli Ruffoni in corso Matteotti svaligiata dai ladri a San Silvestro. FOTO MASSIGNAN
L’abitazione dei fratelli Ruffoni in corso Matteotti svaligiata dai ladri a San Silvestro. FOTO MASSIGNAN
L’abitazione dei fratelli Ruffoni in corso Matteotti svaligiata dai ladri a San Silvestro. FOTO MASSIGNAN

Quando i carabinieri sono arrivati in corso Matteotti 74 per eseguire il primo sopralluogo del colpo milionario a casa dei fratelli Ruffoni, i ladri con ogni probabilità erano già oltre confine per vendere il bottino. In particolare, una quindicina di orologi preziosi Rolex, Patek Philippe, Vacheron Constantin, alcuni dei quali arricchiti di brillanti, il cui valore complessivo, si aggirerebbe sui 7-800 mila euro. Ognuno di loro, infatti, è un pezzo di lusso unico. Se si aggiungono almeno altri 40 mila euro in contanti e svariati gioielli - collane, bracciali, anelli con brillanti di varia foggia -, molti dei quali appartenenti ai genitori defunti di Mario, Caterina e Leonardo, tre fratelli molto legati tra di loro, si comprende perché l’ammontare di uno dei furti più clamorosi avvenuti nel Vicentino negli ultimi anni si aggirerebbe almeno sul milione e mezzo di euro. Se non addirittura di più. Dei quali, soltanto 300 mila coperti dall’assicurazione Unipol.

IL FURTO. La casa dei broker di pellami viene ripulita tra le 21 di San Silvestro e le 3 del mattino, mentre l’allarme ai carabinieri viene dato a mezzogiorno dal governante russa Vittoria quando apre la porta di casa e scopre il misfatto. Gli investigatori del reparto operativo di Vicenza, coadiuvati dai colleghi di Valdagno e Arzignano del capitano Maronese e dei luogotenente Ferrante e Cherchia, hanno già ascoltato numerose persone, oltre ai fratelli Caterina, 51 anni, e Leonardo Ruffoni, di 48, mentre il più vecchio Mario, 53 anni, si trova all’estero e sta rientrando. Sono i proprietari della “Conceria del Corso”, fondata dal padre Renato, la più importante società di commercializzazione all’ingrosso di pelli in “Wet Blue” del settore.

IL BASISTA. Gli investigatori non hanno dubbi sul fatto che i malviventi per svaligiare con tanta meticolosità e calma hanno avuto informazioni di prima mano sugli spostamenti dei padroni di casa. Sapevano che dalle 18 di sabato alle 12 di domenica nessuno sarebbe stato nell’abitazione perché i Ruffoni sarebbero stati lontani per le feste. Conoscevano anche i movimenti dei domestici e, ad esempio, che l’allarme non sarebbe stato inserito. Troppo, francamente, per non pensare che chi ha agito sapeva fin troppo. Non solo, conoscevano anche l’ubicazione delle tre casseforti, e non si sono preoccupati di lasciare nell’abitazione che si sviluppa su tre piani un piede di porco, una mazza, un piccone e numerose mole a disco utilizzate per staccare i caveau dalle pareti prima di sventrarli con i flessibili, che però si sono portati via.

LA BANDA. Ad agire, secondo gli inquirenti, non sarebbero state più di tre persone. Forse due. Si sono concentrate sugli oggetti più preziosi, trascurando ad esempio quadri, tappeti, argenteria e numerosi altri oggetti che si possono trovare in una residenza di persone di successo, perché i fratelli Ruffoni nel loro mestiere sono dei numeri uno, a cui non manca proprio nulla. Tra l’altro, orologi come quelli rubati sono apprezzati in ogni parte del mondo - dai cinesi ai russi, dagli emiri ai ricchi europei ed americani -, perciò sono alla stregua di denaro contante.

SOSPETTI. I carabinieri nelle prime settantadue ore di indagine hanno acquisito le immagini di numerose telecamere di sorveglianze della zona di corso Matteotti. Una mano importante potrebbe venire dalla polizia locale non solo di Arzignano, ma anche di Montecchio Maggiore, attraverso l’analisi delle targhe che sono transitate per i varchi elettronici. Certo, si tratta di un lavoro certosino perché tra San Silvestro e Capodanno la gente si muove, ma con un pizzico di fortuna e l’abilità investigativa che va riconosciuta al nostro apparato di sicurezza, la soluzione del caso potrebbe essere trovata. Ben più difficile sarà recuperare il bottino. Mentre l’individuazione della gang, anche se richiederà tempo, appare un obiettivo raggiungibile per un assalto che ha fatto ripiombare, non solo la città, nell’insicurezza.

Ivano Tolettini

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