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Anche gli anziani
tra le vittime
di maltrattamenti

Uno scorcio di Casa Sant’Angela che ospita lo sportello. ARCHIVIO
Uno scorcio di Casa Sant’Angela che ospita lo sportello. ARCHIVIO
Uno scorcio di Casa Sant’Angela che ospita lo sportello. ARCHIVIO
Uno scorcio di Casa Sant’Angela che ospita lo sportello. ARCHIVIO

Da ottobre a maggio 34 colloqui telefonici, 21 persone prese in carico, 7 consulenze legali, 8 casi già chiusi. Sono questi i dati dei primi mesi di attività dello sportello contro la violenza sulle donne avviato in Casa S. Angela in via Cavour, dalla Fondazione Casa S. Angela onlus con l’associazione “Donna Chiama Donna” che già gestisce il centro antiviolenza comunale di Vicenza. Un punto di riferimento per il mondo femminile che vive una situazione familiare di difficoltà: nell’Ovest Vicentino non c’era e le chiamate arrivate da Arzignano e dai comuni limitrofi hanno confermato la necessità del servizio.

A disposizione allo sportello il numero telefonico 392 0115571 a cui da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13.30 è possibile avere un primo colloquio, per poi passare, in base alle necessità, all’appuntamento con la psicologa ed eventualmente alla consulenza legale per arrivare alla presa in carico della persona. «Grazie a un accordo con l’Ordine degli avvocati – precisa la presidente della Fondazione Susanna Magnabosco – il primo appuntamento è gratuito».

A chiamare sono state quasi tutte donne italiane, molte di Arzignano, che hanno chiesto aiuto per situazioni diverse, alcune più impegnative, altre meno gravi. Hanno tra i 40 e i 60 anni, ma sono arrivati anche casi di giovani, 18/20 anni, e di una signora di 71. «Su 21 prese in carico ci sono 6 maltrattamenti del partner, di tipo fisico, psicologico ed economico – spiega la psicologa Francesca Sogne –, 5 casi di conflittualità con il partner, alcune situazioni di conflittualità e maltrattamenti da parte di familiari e poi anche stalking e mobbing. In questo momento abbiamo cercato di accogliere un ampio spettro di problematiche femminili. Alcune chiamate riguardavano difficoltà nel mondo del lavoro, queste le abbiamo indirizzate verso altre realtà».

Per le donne prese in carico viene definito un percorso di accompagnamento e sostegno. «L’obiettivo è rimanere in famiglia ma proteggersi o rendersi indipendenti e autonome trovando le risorse per allontanarsi – spiega la presidente di Donna Chiama Donna Laura Zanichelli –. Siamo partite da poco, c’è una rete da costruire».

«Uno sportello gratuito che come Casa S. Angela, una sorta di struttura della carità, ha bisogno di essere finanziato – aggiunge la presidente Magnabosco –: qui tutto è volontariato e ci stanno sostenendo istituzioni locali e privati. Ma abbiamo bisogno di accedere a contributi nazionali e regionali per rendere stabile il servizio». «Noi dobbiamo ringraziare il volontariato – conclude Elena Donazzan, assessore regionale a istruzione, lavoro e pari opportunità –: quando c’è uno sportello il disagio emerge perché il bisogno c’è. Tra i tanti temi è importante la prevenzione, che deve partire dalla scuola. Per questo a settembre la Regione avvierà un progetto di educazione all’affettività in alcuni istituti campione dove ci sono realtà come questa».

Luisa Nicoli

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