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Ambulatori aperti dodici ore al giorno

Tre ambulatori con ventisette medici, aperti dodici ore al giorno, per dare risposta a circa trentanovemila pazienti dell’Ulss 5. Sono già operative, da settembre, le prime tre medicine di gruppo integrate dell’Ovest vicentino. Con sede a Chiampo, Montecchio Maggiore e Valdagno offrono assistenza sanitaria ad un bacino di oltre 38.700 pazienti con 27 medici di medicina generale coinvolti. Un progetto destinato ad essere ulteriormente incrementato, perché il servizio rappresenta un presidio importante sul territorio; e quindi entro l’anno l’Ulss 5 conta di avviare i servizi anche a Cornedo, comune in cui già esiste la medicina di gruppo e quindi potenziandola, e successivamente a Montebello, dove c’è stata qualche defezione tra i medici inizialmente coinvolti, e Trissino.

Per le prime tre strutture, aperte da un mese a Chiampo, Montecchio e Valdagno, l’Ulss 5 ha investito un milione di euro, con il contributo della Regione Veneto. Del resto per trasformare semplici medicine di gruppo in integrate significa dover aumentare gli standard. E di conseguenza i costi. «Significa più personale impegnato e orario di apertura allungato» precisa il direttore dei servizi sociali dell’Ulss 5 dott. Paolo Fortuna. Medicina di gruppo integrata infatti significa più medici aggregati nella stessa sede che garantiscono continuità di prestazioni dodici ore al giorno, dalle 8 alle 20 da lunedì a venerdì, e un paio d’ore di apertura al sabato, dalle 8 alle 10. Con presenza non solo del medico ma anche di personale infermieristico.

«L’obiettivo primario del servizio è gestire i pazienti con patologie croniche - continua il direttore dei servizi sociali - e quindi diabete, terapia anticoagulante e bronchite cronica. Il passo in più però è che si opera come medicina di iniziativa, ovvero la presa in carico totale: è il medico ad occuparsi di avvisare il paziente in caso di necessità di riprogrammare alcuni esami o di fissare particolari trattamenti o terapie. Ovviamente seguendo anche la parte relativa alla prevenzione, e quindi fattori di rischio, vedi il fumo, e le vaccinazioni antinfluenzali». Aggiunge: «Inoltre la medicina di gruppo integrata gestisce anche l’emergenza non differibile, ovvero le urgenze non gravi che possono essere affrontate da medico e infermiere in ambulatorio. Anche se prevalentemente si lavora su appuntamento. Per questo comunque il personale nelle medicine di gruppo integrate viene incrementato, per garantire un presidio costante del territorio».

Sul progetto si sta lavorando alacremente. «Il passaggio successivo del servizio sarà di gestire anche i pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico; un altro percorso diagnostico che si sta strutturando come previsto dalla Regione Veneto nelle strutture già esistenti - continua il dott. Fortuna -. A Montebello c’è stato qualche problema di defezione, tre medici su 12 inizialmente coinvolti non hanno confermato l’adesione, ma procediamo per step per riuscire a partire».

Le medicine di gruppo integrate sono il punto d’arrivo per dare continuità di servizio. Non va dimenticato comunque che i medici coinvolti nel servizio mantengono il proprio ambulatorio periferico, soprattutto nei comuni di montagna, con un orario congruo.

Luisa Nicoli

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