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Acque Chiampo, asse Lega-Forza Italia

L’ingresso della sede della partecipata Acque del Chiampo. A. MAS.
L’ingresso della sede della partecipata Acque del Chiampo. A. MAS.
L’ingresso della sede della partecipata Acque del Chiampo. A. MAS.
L’ingresso della sede della partecipata Acque del Chiampo. A. MAS.

Acque del Chiampo, si ritorna al passato. Con qualche scontento. A gestire la società del servizio idrico integrato, che fornisce dieci comuni della Valle del Chiampo, dopo l’avvento di un amministratore unico da oggi sarà nuovamente un Cda; un consiglio di amministrazione composto da cinque rappresentanti che si occuperanno della governance della partecipata pubblica.

Questo è quanto si è deciso ieri, nella sede della società di via Ferrarretta, dove si è svolta l’assemblea dei soci per l’approvazione del consuntivo di bilancio e per il rinnovo dell’organo amministrativo. Una scelta, comunque, non condivisa al cento per cento: Montecchio ha abbandonato l’assemblea, Brendola si è astenuta dal voto mentre Montorso si è espresso contrario alla decisione.

Dopo il quadriennio di gestione portato avanti dall’amministratore unico Alberto Serafin che ha aperto una nuova fase di Acque del Chiampo - scelta rinnovata dai dieci comuni soci soltanto due anni fa - il voto di ieri ha dimostrato la volontà politico-istituzionale della maggior parte dei primi cittadini dell’Ovest, sette su dieci, di tornare ad una conduzione collegiale per affrontare i grandi temi futuri che attendono il territorio: Pfas, servizi di acquedotto, fognature, depurazione e smaltimento fanghi in discarica.

Al di fuori dei tecnicismi, il punto politico è tuttavia evidente e passa ancora una volta per l’asse del centro-destra, Lega Nord e Forza Italia, che sembra essersi rafforzato alle recenti elezioni amministrative. A partire dalla scelta dei nuovi-vecchi nomi indicati per guidare la partecipata, sostenuti dal sindaco Giorgio Gentilin che rappresenta il Comune che detiene la maggioranza di quote con oltre il 52 per cento. Così, ad Andrea Pellizzari, manager, esponente storico di Forza Italia, ex consigliere comunale e già nel Cda di diverse aziende venete, va la carica di consigliere delegato della partecipata. Mentre il presidente neoeletto è Renzo Marcigaglia, imprenditore di Arzignano, vicino a Lega Nord, che in un recente passato ha ricoperto cariche nelle partecipate del territorio, nonché quella di presidente della società di via Ferrarretta.

«Piena soddisfazione per il lavoro svolto da Alberto Serafin - ha dichiarato al termine dell’assemblea il sindaco Giorgio Gentilin - di cui ho approvato il bilancio di fine mandato fatto di successi e concretezza. Lo ringrazio e raccomando al nuovo Cda di procedere in continuità con la storia recente fatta di meritocrazia e managerialità. La collegialità rappresentata da questa scelta ci darà grandi e ulteriori soddisfazioni».

L'azionista di riferimento, sindaco del comune di Arzignano, ha inoltre presentato all’assemblea il parere pro veritate che conferma la legittimità della scelta di un Cda anziché di un amministratore unico. E si è poi soffermato sulla necessità che il nuovo consiglio di amministrazione prosegua il lavoro iniziato con Alberto Serafin. Continuità con il passato recente quindi e voglia di allargare la governance ad una collegialità nei piani di Gentilin, che non tutti i sindaci però leggono allo stesso modo.

Tra gli innesti del nuovo Cda la vera novità è soprattutto lo spazio riservato alla componente femminile. Tre consiglieri su cinque, infatti, sono donne: Anna Bertazzoni, vicepresidente, è mantovana e manager di un gruppo industriale internazionale; Vania Molon commercialista con studio ad Arzignano; Luisa Nardi avvocato di Chiampo.

Luisa Dissegna

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