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Acqua e tesoretto Gentilin tira dritto Lo seguono in pochi

Giorgio GentilinLa sede di Acque del Chiampo, azienda del servizio idricoAndrea Pellizzari
Giorgio GentilinLa sede di Acque del Chiampo, azienda del servizio idricoAndrea Pellizzari
Giorgio GentilinLa sede di Acque del Chiampo, azienda del servizio idricoAndrea Pellizzari
Giorgio GentilinLa sede di Acque del Chiampo, azienda del servizio idricoAndrea Pellizzari

Scintille, a dir poco, ieri nell’assemblea intercomunale di controllo analogo di Acque del Chiampo tra i sindaci-soci della società. A surriscaldare l’ambiente non tanto il bando di gara per l’impianto di trattamento fanghi, un “affaire” da 500 milioni di euro, quanto la proposta di Arzignano e Chiampo di dividere parte delle riserve, per l’esattezza 500 mila euro dei 13,7 milioni accantonati dalla Spa, per finanziare la bretella Arzignano-Chiampo come annunciato mercoledì da Giorgio Gentilin e Matteo Macilotti. Alla fine la proposta è andata al voto: si sono espressi favorevolmente Arzignano, Chiampo e Nogarole che aveva anche la delega di Altissimo. Hanno votato contrari Montecchio, Montorso, San Pietro Mussolino e Brendola. Al momento del voto Lonigo e Crespadoro avevano già abbandonato la riunione. Non solo. «Da Arzignano, Chiampo, Nogarole e Altissimo - spiega Diego Zaffari, sindaco di Montorso - è stata anche votata la richiesta di autorizzazione al Cda di attribuire al presidente le deleghe operative risorse umane, comunicazione e relazione esterne, ad oggi svolte del consigliere delegato Andrea Pellizzari». Le votazioni non avrebbero però raggiunto il quorum (6 voti su 10 e almeno il 75 % delle quote). «Sono uscito schifato. Gentilin - non usa mezze parole Luca Restello - ha dimostrato tutta la sua maleducazione. Si è rivolto in maniera irrispettosa e offensiva, per non dire di più, verso il sindaco di Crespadoro che stava sostenendo, come fatto da altri in precedenza, che la richiesta di distribuire 500 mila euro non era giuridicamente sostenibile. Mi sono indignato. Ho chiesto si scusasse, ma non è accaduto. Quindi ho preso e me ne sono andato seguendo la collega». Sulla sua partecipazione alla riunione il primo cittadino leoniceno è drastico. «Annuncio che impugnerò qualsiasi cosa questi signori vanno a deliberare. Hanno manifestato pressapochismo e superficialità. La volontà è quella di distribuzione le risorse accantonate, non utili di riserva come tentano di far passare con un sofismo lessicale. Non ne sapevamo nulla se non quanto letto sul Giornale di Vicenza. Ma come fanno a chiedere soldi in un momento in cui stiamo per bandire una gara internazionale da 500 milioni per lo smaltimento dei fanghi? Che credibilità posiamo avere nella ricerca di partner? E non mi vengano a dire che hanno bisogno di 500 mila euro. So con sicurezza che ad aprile Arzignano dichiarerà un avanzo di bilancio di circa 2,8 milioni. Quello del passante è uno specchietto per le allodole. E poi mi devono spiegare perché era assente il consigliere delegato di Acque del Chiampo, Andrea Pellizzari, mentre invece era presente il presidente Renzo Marcigaglia ed il direttore. Lonigo, con il suo 0,18% di azioni, ma con 17 mila persone che pagano le bollette, non ha alcuna intenzione di finanziare i lavori di Arzignano e Chiampo». Diego Zaffari, delegato per Montorso a partecipare all’asseblea, riassume il fronte del no. «In un momento delicato con la questione Pfas, avremmo preferito sentire dire che i soldi chiesti potevano essere impiegati per ristorare i cittadini dopo il rincaro delle bollette, e non per pagare un progetto per una strada». Sulla validità dell’assemblea ha espresso seri dubbi Gianluca Peripoli. «L’ho fatto mettere a verbale. A mio avviso l’assemblea è stata inficiata da numerosi vizi formali. Ad esempio gli argomenti di un paio di punti all’ordine del giorno sono di stretta competenza del Cda. Da stigmatizzare comunque il comportamento tenuto da Gentilin con Dal Cengio». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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