È stata inaugurata da 4 ex campioni del ciclismo: Tullio Bertacco, Lino Farisato, Serghey Gonchar e Lucillo Levore, la mostra che celebra i “200 anni in bicicletta 1817 -2017” allestita nel Palazzo dei Canonici a Barbarano e aperta fino a domani. Una esposizione di circa 40 esemplari di bici d’epoca provenienti dal museo della bicicletta di Salcedo ideata e curata da Loris Pasquali. Dal prototipo in legno fino ai modelli supertecnologici usati dai campioni del pedale negli anni ’80- 90, un affascinante viaggio nella storia della bicicletta illustrata dallo stesso Pasquali, a cui è succeduta una intervista collettiva ai 4 campioni curata da Renzo Casarotto e introdotta da un racconto di Diego Squarzon.
Quattro ciclisti, quattro epopee diverse unite unicamente dalla passione per la bicicletta. Lucillo Levore di Breganze ha raccontato la sua lunga carriera da professionista caratterizzata dalla gloria della maglia nera di ultimo in classifica al Giro d’Italia del 1967 con la celebre intervista volante di Sergio Zavoli e l’imitazione parodistica di Ugo Tognazzi. È seguito poi Tullio Bertacco, allievo di Levore che ha raccontato le sue avventure e disavventure in bicicletta sulle strade del Giro e di alcune classiche che lo hanno visto protagonista eroico e sfortunato. L’ucraino ora cittadino italiano, anzi vicentino, Serghei Gonchar ha ricordato la sua passione per la bicicletta iniziata ancora sotto l’Unione Sovietica e sfociata in una carriera con le stagioni del Giro e del Tour fino al campionato del mondo a cronometro nel 2000. Infine, l’ultima testimonianza è stata quella di Lino Farisato, professionista dal 1965 al 1974, una carriera caratterizzata dalla vittoria di due tappe al Giro d’Italia e dal fatto di essere stato per vari anni gregario di Eddy Mercx, un campionissimo sui pedali ma anche nei rapporti umani, di cui Farisato ha ricordato la gentilezza, la lealtà e l’amicizia che ancora oggi lo lega al suo capitano. Da parte di tutti quattro gli atleti ma anche di del curatore della mostra Pasquali, infine, l’invito di trasmette ai giovani la passione per il ciclismo e i suoi valori auspicando qualche pedalata di più e qualche sms di meno. A.MAZ.