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Una lapide per gli otto soldati dimenticati

La lapide dei soldati dimenticati sotto quella dei deceduti. GUARDA
La lapide dei soldati dimenticati sotto quella dei deceduti. GUARDA
La lapide dei soldati dimenticati sotto quella dei deceduti. GUARDA
La lapide dei soldati dimenticati sotto quella dei deceduti. GUARDA

Ora c’è una lapide per ricordare anche gli otto soldati di Nanto morti nei mesi successivi alla Grande Guerra i cui nomi non erano mai stati inseriti nella lapide ai Caduti in municipio. È stata scoperchiata nel giorno delle celebrazioni dedicate alla Liberazione. Il sindaco Ulisse Borotto ha voluto esaudire la richiesta fatta dai famigliari, cento anni fa, ma negata dal sindaco di allora. «Abbiamo voluto porre fine ad una dimenticanza del Comune, e della storia, che ora rende giustizia a questi concittadini che hanno dato la vita per l’Italia facendo il loro dovere fino in fondo, con l’unica differenza che sono morti dopo la conclusione della guerra e che nei documenti ufficiali non sono mai stati considerati al pari dei caduti in guerra».

Gli otto soldati dimenticati di Nanto sono infatti morti a guerra finita, ma in seguito alle ferite riportate o per le malattie contratte mentre vestivano la divisa negli anni del primo conflitto mondiale.

All’epoca, nonostante una richiesta scritta dei famigliari dei soldati morti, datata 1920, questo non era stato possibile per il rifiuto dei sindaco di allora, Giovanni Bettero. «Mi chiamo Luigi come mio nonno e fino ad oggi portare il suo nome è stato l’unico modo per ricordarlo in pubblico – afferma Luigi Pegorin, nipote del caporale Giobatta Maria Luigi Pegorin del Reggimento Fanteria Verona -. Anche se non è morto in battaglia, anche lui ha servito la Patria, ed è giusto ricordarlo nella lapide, come gli altri». Le storie dei soldati sono state portate alla luce dallo storico locale Livio Rappo, che ha scoperto il carteggio e ricostruito le vicende dei militari con documenti ritrovati negli archivi. Il sindaco Borotto, chiuso il capitolo con il passato locale, ne apre però un altro. «I soldati deceduti dopo la guerra per ferite o malattia nel periodo bellico – afferma - non sono stati considerati nel numero ufficiale e in questo modo sono stati dimenticati, non soltanto dal sindaco di Nanto di allora, ma anche dalle statistiche dell’esercito sui militari morti nel primo conflitto. Un numero che sarebbe stato più alto, ma che le autorità dell’epoca volevano tenere basso».

I soldati ricordati nella nuova lapide in municipio, che è stata scoperta dopo la cerimonia al monumento ai Caduti, in piazzale Quattro Novembre, sono: Francesco Arsego, alpino, morto il 17 aprile 1918, a 37 anni, per pleurite; Sebastiano Cosma, detto Nello, fante, morto il 12 aprile 1919, a 18 anni, per malattia; Francesco Giuseppe Gianello, fante, morto l’8 dicembre 1919 a 26 anni per un calcio di mulo; Almerigo Gobbo, alpino, morto il 22 febbraio 1918, a 32 anni, per tisi polmonare; Luigi Giovanni Mori, fante, morto il 23 ottobre 1918, a 24 anni, per malattia; Giovanni Maria Pegorin, caporale di fanteria, morto il 20 febbraio 1917, a 32 anni, per tisi; Gelsomino Piva, bersagliere, morto il 25 ottobre 1918, a 21 anni, pleurite; Vittorio Zabarella, alpino, morto il 28 maggio 1920, a 25 anni, per malattia cardiaca.

Matteo Guarda

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