<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ucciso dal male a 10 anni
«É sempre stato tenace»

Il murales della scuola di Castegnero dedicato dai ragazzi ad Edoardo, raffigurato a destra in sedia a rotelle. Chimetto ha lottato per dieci anni con il sostegno della famigliaL’ospedale San Bortolo dove Edoardo era ricoverato da due giorni
Il murales della scuola di Castegnero dedicato dai ragazzi ad Edoardo, raffigurato a destra in sedia a rotelle. Chimetto ha lottato per dieci anni con il sostegno della famigliaL’ospedale San Bortolo dove Edoardo era ricoverato da due giorni
Il murales della scuola di Castegnero dedicato dai ragazzi ad Edoardo, raffigurato a destra in sedia a rotelle. Chimetto ha lottato per dieci anni con il sostegno della famigliaL’ospedale San Bortolo dove Edoardo era ricoverato da due giorni
Il murales della scuola di Castegnero dedicato dai ragazzi ad Edoardo, raffigurato a destra in sedia a rotelle. Chimetto ha lottato per dieci anni con il sostegno della famigliaL’ospedale San Bortolo dove Edoardo era ricoverato da due giorni

Edoardo se n’è andato. Aveva solo 10 anni, ha avuto una vita travagliata ma ha lasciato dietro di sé tanto amore. «Il Signore ha chiamato un angelo in cielo», hanno fatto scrivere sull’epigrafe i genitori Alessia Mantoan e Simone Chimetto. E non può essere altrimenti: durante la sua breve permanenza nel mondo terreno ha affrontato la vita con forza e tenacia, ricambiando l’affetto ricevuto, infondendo serenità a quanti gli sono stati vicini.

Nato prematuro con gravi handicap, mamma e papà non hanno lasciato niente di intentato per regalargli una vita più “normale” possibile, portandolo in ospedali di mezza Italia ed addirittura negli Stati Uniti. S’è spento all’ospedale di Vicenza dove era ricoverato da un paio di giorni nel reparto di Pediatria. Ma fino all’ultimo i genitori lo hanno tenuto a casa, tra i suoi affetti.

«Sin dalla nascita – racconta mamma Alessia – ha mostrato un forte attaccamento alla vita. Ha sempre affrontato la vita con il sorriso, e quando era sereno ci trasmetteva la sua felicità con le espressioni rilassate del suo volto».

Il farsi voler bene era una sua dote che ha fatto cadere tante barriere. «Le problematiche che in genere le famiglie con figli disabili incontrano – prosegue mamma Alessia – noi non le abbiamo avute. Edoardo, che ha frequentato l’istituto di Villaganzerla, è subito riuscito ad inserirsi a scuola: i compagni sono diventati amici, le insegnanti sono andate oltre il loro ruolo istituzionale. E’ stato un arricchimento per tutti, nonsolo nostro, ma di tutte quelle persone che hanno contribuito alla serenità famigliare».

L’anno scorso in occasione del murales realizzato dagli studenti lungo la pista ciclabile di Castegnero è stato raffigurato anche lui sulla sua carrozzina che non ha mai potuto abbandonare. «Riusciva a farsi capire. Quando era felice – conclude mamma Alessia con papà Simone – sorrideva a bocca spalancata, come se volesse dire grazie, ed insegnarci che anche nella sofferenza tutto si può superare. Ringraziamo tutti quelli che ci hanno accompagnato nel nostro cammino».

E le persone sono tante. Dai nonni materni Daniela ed Enzo, alla nonna paterna Mariella, al personale medico di pediatria e chirurgia pediatrica del San Bortolo, alle infermiere del distretto sanitario di Longare e Montegalda, alla fisioterapista Laura che lo ha sempre seguito. Non dimenticando i titolari delle aziende in cui lavorano ed i colleghi, pronti a concedere permessi, flessibilità d’orario e sostituzioni nei momenti di bisogno. Edoardo lascia oltre ai genitori due fratelli più piccoli, Achille e Vittorio. La cerimonia funebre si svolgerà martedì alle 16 nella chiesa parrocchiale di San Michele a Villaganzerla.

Giorgio Zordan

Suggerimenti