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«Toro abbattuto
a fucilate, barbarie
non necessaria»

Il toro sulla Riviera Berica
Il toro sulla Riviera Berica
Il toro sulla Riviera Berica
Il toro sulla Riviera Berica

La prima a commentare l’uccisione, a colpi di fucile da caccia grossa, del toro fuggito dal macello di Ponte di Barbarano è la Lega Anti Vivisezione di Vicenza. Gli animalisti criticano aspramente la scelta di far fuori brutalmente l’animale su richiesta del sindaco del Comune di Mossano, con l’autorizzazione della Ulss 6 e l’intervento dei carabinieri. «L’abbattimento era l’unica soluzione - afferma la Lav - o solo la più drastica e spettacolare?».

«Risulta che la carcassa dell’animale - continua la nota della Lav - sia stata dissanguata sul posto per conservarne le carni e quindi riportata al mattatoio». Alle dichiarazioni degli amministratori locale, Piera Costa, responsabile della Lav di Vicenza, replica duramente: «Quanto è accaduto è grave, anche perché non risulta che l’animale, sebbene adulto avesse provocato alcun danno. Si doveva immediatamente allertare un veterinario abilitato alla telenarcosi che avrebbe potuto salvare l’animale ed evitare i problemi di incolumità pubblica». Il gesto compiuto da Silvano Stacchio (fratello del più noto Graziano) è da definirsi, a detta della Lav «una barbarie» che «lede il diritto di ogni animale di vivere secondo natura, senza essere sfruttato e massacrato».

L’associazione intende chiedere «un accertamento delle responsabilità per il mancato controllo dell’animale anche ai sensi dell’art. 672 del codice penale», che riguarda l’omessa custodia di animali. «Si doveva evitare - conclude la Lav vicentina - l’abbattimento di un animale impaurito, che non aveva alcuna colpa se non quella di voler vivere».L.G.

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