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Nanto

Stacchio e Zancan
«Politica immobile
in questi tre anni»

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La Renault Laguna con il cadavere del rapinatore
La Renault Laguna con il cadavere del rapinatore
La Renault Laguna con il cadavere del rapinatore
La Renault Laguna con il cadavere del rapinatore

NANTO. Ci sono avvenimenti che cambiano per sempre l’esistenza di una persona, che la mente non riesce a cancellare. Graziano Stacchio e Roberto Zancan ne sanno qualcosa. Tre anni fa ad essere sconvolte sono state le loro vite, quando un commando armato assaltò la gioielleria di Zancan a Ponte di Nanto. 
Il proprietario del punto vendita e l’amico benzinaio, che ha il proprio distributore di carburante a poche decine di metri, intervennero per difendere la commessa della gioielleria e rimasero coinvolti in un conflitto a fuoco con i criminali. 
«La vita ti cambia. Il dispiacere che ti porti addosso è sempre lì, anche perché vedi che le cose non vanno come dovrebbero andare - afferma Stacchio -. A chi ogni giorno mi stringe la mano e mi dice che sono un eroe rispondo che un eroe non lo sono». Il benzinaio prosegue: «Fino a poco tempo fa non mi sentivo nemmeno una vittima, ora però mi sento così perché ogni giorno si leggono notizie che ti fanno chiedere dove stiamo andando. E le risposte delle magistratura e delle politica non ci sono». Il riferimento è alla battaglia che Stacchio e Zancan portano avanti per arrivare alla legge sulla legittima difesa «che ancora non c’è». Per il proprietario del distributore di carburante «i politici danno risposte banali. La classe dirigente è incapace di governare, non conosce i reali problemi della gente. E chi spara per difendersi viene condannato ed è costretto a pagare risarcimenti». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Zancan: «Promettono, promettono solo per questioni politiche e poi non risolvono nulla. Sicurezza e legittima difesa sono un diritto dei cittadini. Tra la prima rapina subita e la chiusura  del negozio preso di mira ci ho rimesso un milione e 200 mila euro».

V.G.

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