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Sciarpa finisce nel rullo Operaio viene inghiottito

La sede dell'azienda
La sede dell'azienda
La sede dell'azienda
La sede dell'azienda

Matteo Guarda È rimasto impigliato con la sciarpa rischiando di finire con il collo stritolato dal rullo del macchinario cui stava lavorando. È ricoverato in prognosi riservata in terapia intensiva all’ospedale di Vicenza Mamadou Ndongo, 53 anni, residente a Noventa, dipendente della Campo di Calore srl, l’azienda del settore metalmeccanico che ha sede in via Ca’ Losca 8, nella zona industriale di Orgiano dove ieri mattina è avvenuto il grave infortunio. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo, di origini senegalesi, intorno alle 11 stava seguendo le lavorazioni al nastro trasportatore nel reparto di assemblaggio degli elementi termici per la costruzione dei radiatori di cui si occupa l’azienda. Per cause che sono ancora in via di accertamento, un lembo dell’indumento che teneva per difendersi dal freddo di questi giorni si è infilato tra gli ingranaggi. A quel punto a nulla è valso ogni tentativo di resistenza da parte dell’operaio. In pochi attimi la sciarpa, trascinata dall’avanzamento della macchina, gli ha stretto il collo facendogli perdere i sensi e arrivando vicino allo strangolamento. Ad impedirlo sono stati i suoi compagni di lavoro, intervenuti in tempo, che hanno immediatamente chiamato i soccorsi. Ndongo è stato così trasportato in ambulanza d’urgenza dai sanitari del Suem al “San Bortolo” con massima gravità. Al momento, i medici non hanno sciolto la prognosi mentre è ancora in corso la ricostruzione di quanto accaduto da parte dei tecnici dello Spisal. Per i rilievi del caso è intervenuta anche una pattuglia dei carabinieri della stazione di Sossano. Ndongo, arrivato in Italia da alcuni anni, da appena pochi giorni aveva fatto ritorno sul suo posto di lavoro, dopo la conclusione del periodo di cassa integrazione a zero ore che era iniziata alcuni mesi fa e che aveva coinvolto l’intera forza lavoro addetta alla produzione della Campo di Calore. Ad aspettarlo alla riapertura dello stabilimento, dopo aver passato le ultime settimane con la moglie e i cinque figli in Senegal, non ha trovato soltanto un clima tra i più freddi della stagione invernale, con il Burian, la perturbazione con il vento gelido proveniente dalle steppe siberiane che ha raffreddato le temperature presenti all’interno del luogo di lavoro, ma anche la lettera di licenziamento che è stata spedita dalla proprietà a venti dei ventidue dipendenti. L’azienda, che appartiene ad un gruppo multinazionale russo con sede a Mosca, nei giorni scorsi ha attivato le procedure di licenziamento collettivo. Negli ultimi tempi ai periodi di produzione si sono infatti alternati periodi di cassa integrazione a causa delle forti variazioni del cambio valutario tra euro e rublo che hanno reso i radiatori prodotti a Orgiano, sebbene considerati di alta gamma, non più competitivi dal punto di vista del prezzo sul mercato russo cui sono stati quasi esclusivamente destinati. E ieri alla Campo di Calore anche il grave incidente sul lavoro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Guarda

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