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«Noi prigionieri dell’autostrada»

Andrea Bisognin ha rischiato di essere multato dalla polizia. GREGOLIN
Andrea Bisognin ha rischiato di essere multato dalla polizia. GREGOLIN
Andrea Bisognin ha rischiato di essere multato dalla polizia. GREGOLIN
Andrea Bisognin ha rischiato di essere multato dalla polizia. GREGOLIN

Ha rischiato di venire multato dalla polizia perché camminava su un tratto stradale gestito dalla Società Serenissima Autostrade. Non era però l’autostrada vera e propria, bensì di uno dei tanti raccordi stradali che consentono agli automobilisti di oltrepassare la Valdastico Sud. L’episodio è accaduto ad Andrea Bisognin, cinquantunenne di Ghizzole di Montegaldella, con la sana abitudine di farsi delle camminate antistress: «Una consuetudine che mantengo molto prima che la Valdastico Sud venisse costruita. Quando Ghizzole era un tranquilla frazione, con le strade che si perdevano tra i campi, senza limiti o divieti». Da cinque anni però tutto questo è cambiato irrimediabilmente: in primis la viabilità che ha preso connotati da autentica metropoli. Cavalcavia, sottopassi, bretelle di collegamento, gigantesche rotatorie, hanno snaturato l’identità del territorio e ora anche quella di molti suoi residenti. Ghizzole di Montegaldella, con appena trecento abitanti ha ora il suo casello autostradale, più grande del paese stesso. “L’allora sindaco del paese, ci aveva assicurato che l’opera sarebbe stata la più green d’Europa”. Talmente “green” che oggi c’è un processo in corso, con il Comune di Montegaldella come parte civile, a causa degli sversamenti industriali che si trovano sul fondo stradale e potrebbero creare gravi inquinamenti nell’intera area. A questa situazione, va aggiunto un dettaglio che pesa nel comportamento quotidiano dei suoi abitanti: il divieto di transito ai pedoni e ciclisti lungo tutte le bretelle che s’intersecano con l’autostrada. Lo impone il Codice della strada, e lo applica la Società Autostrade nelle sue tratte di competenza. Quelle che erano quindi strade di collegamento comunali, oggi sono rotatorie e svincoli sotto legida autostradale. E i cittadini che volessero transitare a piedi per raggiungere Ghizzole o Longare: che fanno? Quello che spensieratamente ha sempre fatto Andrea Bisognin e molti altri che quotidianamente vogliono spostarsi autonomamente, camminando lungo il ciglio stradale. Questo fino a qualche giorno fa, quando nonostante fosse giorno e il Bisognin indossasse il giubbetto segnalatore, una volante della polizia di ronda l’ha fermato dicendogli: «Lo sa che non può camminare qui e potrebbe essere multato?».

Bisognin tornato a casa sconsolato si è chiesto: «Ma se uno ha la necessità di andare a piedi o in bicicletta da Montegaldella a Longare come fa, visto che da cinque anni in questo tratto di territorio sono stati tagliati tutti i collegamenti?». Quelle che erano strade comunali, oggi sono solo svincoli o cavalcavia autostradali. La questione è stata ribaltata all’Amministrazione di Montegaldella e alla Società Autostrade. Per il Comune di Montegaldella, il problema c’è e rientra in quella serie di problematiche che hanno stravolto il territorio. «È una questione anche scarsa informazione verso la cittadinanza stessa», replica il sindaco Paolo Dainese. Per la Serenissima invece, tutto rientra nel Codice Stradale che impone questo genere di divieti. La segnaletica è chiara: “Tratto di competenza autostradale”. Ma è pur vero che in questo caso sono stati modificati tutti i collegamenti preesistenti, ragion per cui è legittima la domanda dei cittadini».

La Società autostradale risponde: «Apriremo una indagine per approfondire il caso e semmai modificheremo i regolamenti, permettendo il transito di pedoni e bici, rivedendo singolarmente i divieti». Ad oggi però, chi volesse andare a piedi da Montegaldella a Longare, sappia che è “fuorilegge”.

Antonio Gregolin

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