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Nelle grotte va in scena il presepe rock

Un’immagine del presepe vivente di Villaga, allestito nelle grotte preistoriche. FOTO D’ARCHIVIO
Un’immagine del presepe vivente di Villaga, allestito nelle grotte preistoriche. FOTO D’ARCHIVIO
Un’immagine del presepe vivente di Villaga, allestito nelle grotte preistoriche. FOTO D’ARCHIVIO
Un’immagine del presepe vivente di Villaga, allestito nelle grotte preistoriche. FOTO D’ARCHIVIO

Potrebbe diventare il “primo presepio vivente per non credenti” della tradizione natalizia, quello che si terrà a Villaga il prossimo 29 e 30 dicembre nelle grotte preistoriche di S.Donato sulla dorsale dei Berici. Grotte naturali che si popolano in questi giorni per la settima edizione del presepio per la regia di Antonio Gregolin, che firma la sua sesta edizione: «Non ci basta sentirci dire “bello il presepio”, solo per gli effetti e l’ambientazione che rispecchiano la più classica tradizione. Vogliamo invece offrire un messaggio diverso e stimolante a quanti sono in ricerca o lontani dalla spiritualità tradizionale. Non un presepio “laico”, semmai una proposta culturale e artistica che si rinsaldi con la spiritualità, per rispettare quello che fu il primo presepio vivente voluto da Francesco di Assisi: che l’ha reso linguaggio artistico e universale». Si tratterebbe quindi del primo presepio per non credenti mai pensato? «Non è una novità a fini pubblicitari. Basta l’ambiente naturale per sancire il successo che porta a Villaga migliaia di visitatori per ammirare le dieci scene evangeliche ambientate in grotta. Ogni edizione sempre diversa, con il tema del 2017 “L’arte del nascere”. Una sorta di genesi della Natività: dalle origini, alle successive raffigurazioni, attraverso l’estro di geni come Giotto, Caravaggio e Segantini. Tre storici quadri ricreati perfettamente con personaggi in carne e ossa. Prima un laboratorio di scalpellini incastonato in una grotta per spiegare quale sia stata la prima immagine scolpita di un presepio. Ma anche danzatori, musicisti e artisti che attualizzeranno il messaggio della “natività delle origini». Al danzatore e costumista Thierry Parmentier, è infatti affidata l’ultima scena che vedrà sei danzatori impegnati sotto una volta di pietra. Nella scena di apertura, in un’atmosfera futurista, con gli attori anche il percussionista Angelo Gallocchio con il suo “hang” di ultima generazione. Altra significativa novità sono le musiche originali composte per le varie scene dal vicentino Diego Girardello, che attinge a piene mani tra arie strumentali e corali, eseguite dal suo coro “ Voces Clarae” di Creazzo. «È stata una ‘emozione che spero di aver trasmesso nelle mie colonne sonore, musicare le scene di questo singolare presepio vivente», ha commentato il maestro vicentino. «Trattandosi di un’edizione tutta sull’arte del nascere e la nascita dell’arte, abbiamo voluto maestranze locali che vivono d’arte e producono bellezza, segno della vitalità di questo presepio radicato nel territorio», conclude il regista. Ecco allora che l’aspro paesaggio delle grotte preistoriche di Villaga, abitate dall’uomo preistorico come dagli anacoreti cristiani fino al 1800, in tempi moderni si trasformeranno per due giorni in una “diretta” con la storia, grazie all’impegno volontario di oltre 200 figuranti, un centinaio tra artigiani, elettricisti, costumisti, scenografi e addetti alla sicurezza. Una ciclopica macchina teatrale che fa dell’arte del presepio uno strumento di cultura e spiritualità. • G.Z. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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