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«Nei miei piatti tutto l’amore per i bimbi»

Un’immagine di Teresina De Santi quando lavorava in mensa.L.G.
Un’immagine di Teresina De Santi quando lavorava in mensa.L.G.
Un’immagine di Teresina De Santi quando lavorava in mensa.L.G.
Un’immagine di Teresina De Santi quando lavorava in mensa.L.G.

“La vita di un bambino è un fiore che sboccia: difendilo, custodiscilo, amalo”. Teresina De Santi, figura conosciuta in paese per aver visto crescere intere generazioni, si è tenuta sempre stretto questo segnalibro, da quando l’ha trovato, per caso, nel 1986, agli inizi dell’esperienza lavorativa come cuoca della “Don Ignazio Muraro” di Pilastro di Orgiano, scuola primaria a tempo pieno diventata ambasciatrice Unicef dal 2005. Ora che, dal 1°novembre, è arrivato per lei il meritato e dolce tempo della pensione, il segnalibro l’ha ancora con sé, come qualcosa di prezioso e, quando lo rilegge, pensando ai suoi bambini (circa ottanta ogni anno di tutte e cinque le classi), gli occhi le diventano lucidi e la voce un po’le trema. Teresina, una signora curata e sorridente, non ama molto l’ostentazione, né autocelebrarsi, ma, dopo un’iniziale reticenza, ha accettato di incontrarci e condividere, con grande gentilezza, la sua storia con i nostri lettori.

È il cuore che parla! Ha preso una scatola piena di biglietti, dediche dei suoi alunni, ricettari e belle fotografie e, con una traccia scritta tra le mani per sconfiggere l’emozione, ha cominciato a raccontare, tra aneddoti e ricordi, quello che ha vissuto, dentro questa scuola, alla quale è affettivamente legata. «La mensa è come una grande famiglia. Ciò che si impara a mangiare nell’infanzia, senza forzare le tappe e mai insistere, resterà– spiega, convinta - nelle nostre abitudini nella vita. I bambini qui apprendono a dare valore alla condivisione, al rispetto delle regole della convivialità, nei momenti di silenzio, di aiuto e ascolto di chi ci sta di fronte». Con i suoi trucchetti, inventiva, “un pizzico d’amore quanto basta”, Teresina ci teneva ad educare al gusto, in base anche alle abitudini vicentine: «Nel menù c’erano pure pasta e fagioli, tagliatelle in brodo con la gallina, polenta, spezzatino e patate seguendo la stagionalità dei prodotti in modo da far vivere la mensa all’interno del nostro territorio». La curiosità degli alunni era grande: «Volevano indovinare le mie ricette e tentare di scoprire cosa c’avevo messo dentro». Per stupirli ancora di più, la cuoca si divertiva a «giocare con i contrasti di colori, evitando la monotonia». In quello che era diventato ormai un gioco, dove ognuno, con gioia, si sentiva protagonista, i bambini, un po’come si usava una volta, portavano carote, erbe selvatiche, fragole e altri prodotti, raccolti o coltivati da loro, nell’orto e serra della scuola, per affidarli alla fantasia ai fornelli di Teresina. Una ricetta delle tante? «Ricordo, in modo particolare, la rucola selvatica portata dai bambini, che ha un gusto davvero forte. Subito non sapevo come prepararla, ma poi – prosegue -con ricotta, grana, olio sopra il pane tostato, ne sono uscite bruschette per tutti e sono molto piaciute».

Una buona abitudine proseguita anche adesso, con l’inaugurazione, proprio in questi giorni, di una nuova, più grande, serra scolastica per frutta, verdura e fiori.

Laura Guarducci

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