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Mucche e mandriani, 700 in marcia

Tavolo dei relatori alla presentazione della manifestazione. COLORFOTO
Tavolo dei relatori alla presentazione della manifestazione. COLORFOTO
Tavolo dei relatori alla presentazione della manifestazione. COLORFOTO
Tavolo dei relatori alla presentazione della manifestazione. COLORFOTO

«L’errore più grande sarebbe considerare il rientro degli animali dall’alpeggio una rievocazione storica». Parole dell’assessore comunale al marketing territoriale, Alessandro Scuccato. Siamo a Bressanvido. E qui, come ogni anno, la famiglia Pagiusco, quattro fratelli assieme ad altri allevatori vicentini, fa della transumanza, una tradizione che è un rito comunitario. Un’autentica festa paesana da 19 edizioni. Ma soprattutto una pratica che la famiglia ha sempre fatto e che ha ereditato dai suoi avi.

«Sarebbe più corretto chiamarla “demonticazione”, ovvero il rientro delle mandrie dalle malghe in alta quota» spiega Florindo Pagiusco, protagonista di questa storia con i fratelli Marino, Olinto, Valentino e il nipote Francesco. Ma “Transumanza” è ormai diventato soprattutto il nome di una manifestazione cresciuta di anno in anno, che in una sola domenica richiama a Bressanvido oltre 20 mila persone. Un vero e proprio festival, che dura dodici giorni e che sfocia nella cultura agricola, nella sociologia, nell’antropologia, nell’alimentazione e salute.

Quella dei fratelli Pagiusco è la mandria più famosa del Veneto. Seicento mucche in marcia, 100 transumanti impegnati tra mandriani a cavallo, allevatori a piedi (con loro ci sarà anche il sindaco Giuseppe Bortolan) in bici o in scooter, cani bovari. E 90 chilometri da percorrere a piedi dagli alpeggi di Marcesina fino alla corte della fattoria Pagiusco di Bressanvido, attraverso Asiago e Marostica. Una mandria che si è meritata un’intera festa paesana nata dall’intuizione della Pro loco di Bressanvido e dell’Amministrazione locale.

Il rituale della transumanza inizierà dopodomani, venerdì, con la partenza della mandria da malga 5° Lotto. Alle 17 è previsto il passaggio in centro ad Asiago. Sosta per la notte a Gallio. Sabato la carovana sfilerà orgogliosa lungo i paesi di fondo valle, fino a Marostica e Schiavon,da dove ripartirà domenica 24 settembre per raggiungere la fattoria di Bressanvido tra un concerto di campanacci, spettacoli folcloristici, e la curiosità dei ventimila partecipanti attesi.

Il rito, come spiegato ieri nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, alla quale sono intervenuti il sindaco Giuseppe Bortolan, l’assessore Scuccato, il presidente della Pro loco Gian Paolo Bonato e il presidente di Latterie Vicentine Alessandro Mocellin, sarà accompagnato da due settimane di spettacoli, stand gastronomici, ballo liscio, mostre all’intero di tre grandi capannoni montati a fianco della fattoria. «Le iniziative sono innumerevoli e variegate - ha esordito Bonato, presidente della Pro loco - per coinvolgere un pubblico di giovani e meno giovani, con l’aiuto di un centinaio di volontari delle associazioni del paese». «E con il contributo dell’istituto agrario Parolini di Bassano, grazie al progetto alternanza scuola-lavoro degli studenti, e di Confartigianato per il quarto Gran Galà del 26 settembre».

Nell’ambito della manifestazione si rinnova anche l’appuntamento con la grande festa di Latterie Vicentine a Bressanvido, la prima domenica di ottobre. Attesa la forma di formaggio record, dal diametro di due metri, su cui hanno lavorato undici maestri casari impiegando 9500 litri di latte per produrre oltre 1000 chili di formaggio, che sarà venduto a pezzi e il ricavato devoluto in beneficenza.

Luisa Dissegna

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