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La storia di Noventa nei ricordi di Galuppo

Scuola elementare femminile. In quegli anni maschi e femmine erano divisi. Gianni Galuppo frequentava l’istituto maschile ospitato a villa Barbarigo, l’attuale sede del municipio. Il direttore era Giovanni RanghieroLa littorina delle Ferrotramvie vicentine. Il servizio venne interrotto nel 1978Prima dell’arrivo della littorina si viaggiava sulla vaporiera conosciuta come “Vaca mora”L’assegno che Gianni Galuppo vinse a un concorso scolastico. Quei soldi non li incassò mai per scelta
Scuola elementare femminile. In quegli anni maschi e femmine erano divisi. Gianni Galuppo frequentava l’istituto maschile ospitato a villa Barbarigo, l’attuale sede del municipio. Il direttore era Giovanni RanghieroLa littorina delle Ferrotramvie vicentine. Il servizio venne interrotto nel 1978Prima dell’arrivo della littorina si viaggiava sulla vaporiera conosciuta come “Vaca mora”L’assegno che Gianni Galuppo vinse a un concorso scolastico. Quei soldi non li incassò mai per scelta
Scuola elementare femminile. In quegli anni maschi e femmine erano divisi. Gianni Galuppo frequentava l’istituto maschile ospitato a villa Barbarigo, l’attuale sede del municipio. Il direttore era Giovanni RanghieroLa littorina delle Ferrotramvie vicentine. Il servizio venne interrotto nel 1978Prima dell’arrivo della littorina si viaggiava sulla vaporiera conosciuta come “Vaca mora”L’assegno che Gianni Galuppo vinse a un concorso scolastico. Quei soldi non li incassò mai per scelta
Scuola elementare femminile. In quegli anni maschi e femmine erano divisi. Gianni Galuppo frequentava l’istituto maschile ospitato a villa Barbarigo, l’attuale sede del municipio. Il direttore era Giovanni RanghieroLa littorina delle Ferrotramvie vicentine. Il servizio venne interrotto nel 1978Prima dell’arrivo della littorina si viaggiava sulla vaporiera conosciuta come “Vaca mora”L’assegno che Gianni Galuppo vinse a un concorso scolastico. Quei soldi non li incassò mai per scelta

Questa pagina di storia prende spunto da un pezzo di carta. Una volta valeva qualcosa, oggi è solo un ricordo di Gianni Galuppo, eclettico personaggio di Noventa Vicentina che vive di storia. La sua personale e della sua famiglia e quella del suo Comune, Noventa Vicentina appunto, del quale è stato anche sindaco dal 1975 al 1985. Tra i suoi ricordi un assegno circolare della Banca popolare di Vicenza del 1950 di 100 lire, in bella vista entro una cornice. È stato il suo primo guadagno, all’età di dieci anni, un premio per un concorso scolastico. Galuppo era uno scolaro di quarta elementare e partecipò al concorso provinciale dal titolo “Un ponte della fraternità”. Il suo tema vinse il primo premio che consisteva in una ricompensa di 100 lire offerta dalla Banca popolare di Vicenza. «Al provveditorato di Vicenza a ritirare il premio – spiega con lucida memoria - mi accompagnarono i miei genitori, abbiamo fatto il viaggio in un vagone della Vaca Mora». «Il premio mi è stato consegnato dal provveditore Egidio Curi, grande scrittore e autore di dotte antologie scolastiche. Era l’anno del piano Schuman che portò alla costituzione della Ceca, la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, costituita da sei Paesi, tra cui l’Italia, primo passo verso la Comunità europea. Il tema del concorso portava a spunti di pace e solidarietà. Noi italiani ne avevamo molto bisogno». Come mai non ha mai incassato l’assegno? «Era il mio primo premio, una somma che per un bambino poteva rappresentare giochi o libri, ma quel pezzo di carta per me rappresentava un successo, uno stimolo per la carriera». Infatti Galuppo si è laureato a Padova, è stato insegnante, collaboratore di riviste e giornali, autore di numerose pubblicazioni di carattere storico ed economico, sindaco. Questo episodio permette di andare con i ricordi ai personaggi della scuola noventana di quegli anni. Maestro di quella classe maschile era Carlo Zanettin, detto Pitton perché originario della contrada Ponte Pitton. Era nato nel 1877 e la moglie gestiva una merceria in corso Matteotti. Il figlio Edoardo, capitano medico, morì in guerra nel 1943 e a lui Noventa ha dedicato una via. La scuola elementare maschile di Noventa dopo la guerra si trovava nei locali di villa Barbarigo, l’odierno municipio; quella femminile nel fabbricato dell’attuale scuola media. A mandare avanti la folta comunità scolastica bastavano solo tre persone: il direttore Giovanni Ranghiero, classe 1900, il segretario Giovanni Padovan e la bidella Amalia la quale, puntuale alle 7.50 ogni mattina, suonava dalla finestra la campanella, non quella elettrica ma una campana vera, col batocio. Amalia Galuppo, la bidella, era una donna semplice, umile, laboriosa. Uno dei suoi figli, Renzo, venne fucilato dai tedeschi nell’ottobre del 1944 a Pojana, un lutto che la segnò per sempre. Per l’amore che nutriva per la scuola e gli alunni, per le sue opere di carità, venne premiata con la medaglia della bontà nel 1960. Il maestro Zanettin era un insegnante severo, vecchio stampo, sempre con la vis-cia in mano, anche se non la utilizzava. Un alunno tra i meno dotati, per avere qualche sufficienza, era diventato il tuttofare del maestro: gli puliva settimanalmente la bicicletta, controllava la stufa e concimava i vasi con le calle. Compito, quest’ultimo, particolarmente impegnativo; si trattava infatti di recuperare i “petoloni” di cavallo, miscelarli nell’acqua e fertilizzare la terra nei vasi. Per le lezioni di geometria la pratica si faceva sulle figure in legno (sfera, cubo, piramide) fatte a mano dal “marangon” Verecondo Splendore. Nel 1951 il grande evento per gli alunni: per la prima volta la scuola organizzò una gita, destinazione l’Abbazia benedettina di Praglia. I ragazzi fecero il viaggio sul cassone del camion di Ramanzin, per l’occasione attrezzato di panche in legno; il maestro, invece, si accomodò in cabina. Oltre all’insegnante accompagnava la scolaresca il bidello Armido Bellon. Il primo giugno 1951 tutti alla finestra per assistere ad un avvenimento particolare, l’arrivo della prima Littorina a Noventa, il treno che sostituì la fumosa Vaca Mora. Ogni giorno ne attendeva l’arrivo Mario Primon, detto Campanella (perché viveva nel campanile e suonava la campanella prima di messa): era addetto al ritiro della corrispondenza e dei pacchi e alla loro consegna alla farmacia e nei vari negozi del centro. Il servizio della Littorina durò fino al settembre 1978, la sua ultima corsa venne salutata con nostalgia da una folla di gente, sembrava la fine del progresso. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Emilio Garon

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