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La ciclabile appena fatta è inutilizzabile

Un tratto della ciclabile che collega Montegalda al Padovano. A.G.
Un tratto della ciclabile che collega Montegalda al Padovano. A.G.
Un tratto della ciclabile che collega Montegalda al Padovano. A.G.
Un tratto della ciclabile che collega Montegalda al Padovano. A.G.

Tutti vedono, molti immaginano, ma pochi conoscono il futuro che spetta alla nuova ciclabile tra Montegalda e Veggiano, che collega il vicentino col padovano.

Serpeggia malumore, non poco imbarazzo e altrettanta incertezza, tra i comuni, la Provincia di Padova e il Genio Civile di Vicenza, protagonisti di un’opera per cui ci si è battuti per anni,  e oggi ad un passo dalla sua inaugurazione, subisce un forzato stop dei lavori per un “disguido tecnico” affatto trascurabile: l’incomunicabilità tra uffici. Il solito ritornello all’italiana dei lavori pubblici che, per quanto utili e voluti, riducono spesso in una tragicommedia, con gli enti che faticano a giustificare poi i fatti e misfatti.

La prima a sbottare è il sindaco di Veggiano, Anna Lazzarin: « una situazione vergognosa, le cui responsabilità ricadono sul direttore dei lavori. Ma soprattutto, queste sono le conseguenze dei tagli al personale tecnico delle province». Per l’omologo di Montegalda, Andrea Nardin che ha ereditato il progetto: «Siamo stati i primi ad evidenziare danni e le anomalie in corso d’opera. A preoccupare ora sono i tempi lunghi e il ripristino urgente dei danneggiamenti cagionati all’idrovora che valica l’argine». Per il responsabile unico delle ciclabili della Provincia di Padova, il geometra Massimo Montato: «Si tratta di una fase intermedia, dedita al miglioramento e non rifacimento dell’opera che non richiede una revisione procedurale, ma prevede nei prossimi mesi l’allargamento fino a tre metri della sommità arginale per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso in caso di alluvione, come richiesto dal Genio Civile di Vicenza». In realtà, si intuisce tra le righe che in termini di sicurezza idraulica, la discrezionalità  varia a seconda dei vari dirigenti: «Quello che all’inizio era stato accettato dal dirigente del Genio  civile di Padova che due anni fa aveva competenza anche sul territorio vicentino, con il cambio di personale e territorialità è diventato il problema attuale –spiega il tecnico provinciale-, tanto che la soglia dei 2metri e 80cm del sedime  di asfalto modificato che costituisce la ciclabile cui si è lavorato per questione di spazio arginale, non rispetta i tre metri che l’ufficio di Vicenza ora esige. Lavoro che richiede necessariamente l’allargamento del colmo arginale stesso». Dalla costruzione di una pista ciclabile si passerà quindi all’allargamento dell’argine intero. «Riconosco che ci sia stata  una scarsa comunicazione tra i vari uffici –sottolinea Montato- , e fin dall’inizio non si sia mai parlato dell’allargamento oggi richiesto, ma non ci saranno per questo costi aggiuntivi per le comunità locali, dato che sarà lo stesso Genio Civile ad accollarsi i costi del lavoro». «Niente di ciò che è già stato fatto verrà dismesso –precisa-, perché i lavori già eseguiti e non completati, sono il sottofondo su cui verrà poi steso tappeto di asfalto “ecologico” come è per altre ciclabili nel padovano. Attendiamo ora solo i lavori di ampliamento di due metri dell’algine da parte del Genio civile per poi concludere, auspicabilmente entro l’autunno la ciclabile». Se per la Provincia è quasi tutto chiaro, per il sindaco di Veggiano «I lavori sono stati  eseguiti male, basta recarsi sul posto e vedere. Essendo poi un sindaco che ha gestito l’emergenza alluvione di otto anni fa, per noi l’argine è sacro, e sentire dal Genio che allegramente intende ora avviare lavori per l’allargamento di ben due metri, la cosa non mi fa dormire tranquilla. Chiedo a questi signori, come mai non si sia mai parlato prima, cioè  in conferenza dei servizi, di tale necessità. Un girotondo di responsabilità all’italiana purtroppo».

Antonio Gregolin

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