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L’oro di Lumignano salva il campanile

I volontari del gruppo Sagra al lavoro per preparare i “bisi”. A.M.
I volontari del gruppo Sagra al lavoro per preparare i “bisi”. A.M.
I volontari del gruppo Sagra al lavoro per preparare i “bisi”. A.M.
I volontari del gruppo Sagra al lavoro per preparare i “bisi”. A.M.

L’oro di Lumignano. Sono i piselli, o meglio i “bisi”, che permettono ad una piccola frazione come quella di Longare, formata da 1.100 anime, di realizzare opere per la comunità altrimenti assai difficilmente concretizzabili. Merito del Comitato Sagra che nel corso degli anni è riuscito a trasformare una ricorrenza di paese in un vero e proprio evento capace di attirare, merito dell’eccellente cucina, migliaia di persone nelle due settimane di festa e di mettere da parte quelle somme necessarie per mettere in cantiere lavori d’ampio respiro. Come il recente accurato restauro della chiesa parrocchiale e del campanile, ultimati in concomitanza con l’inizio del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco ed inaugurati l’8 dicembre del 2015. Lavori che hanno comportato una spesa di poco inferiore al mezzo milione di euro, e che senza il contributo della Sagra dei Bisi non avrebbero certo potuto prendere il via.

«Siamo una comunità – ha dichiarato Pio Maruzzo, presidente del Comitato Sagra che comprende 13 membri – e quindi ci impegniamo per renderla sempre più unita e partecipe. La chiesa, il campanile, li sentiamo nostri, sono frutto dei sacrifici dei nostri padri e dei nostri nonni. Era necessario intervenire per ridare loro nuova vita. Ora tutti gli impianti sono a norma».

Archiviato il restauro di chiesa e campanile ora si guarda a nuovi obiettivi.

«I nostri sforzi ora vanno nella direzione di costruire gli spogliatoi a servizio del campo da calcio, una pista per il gioco delle bocce e realizzare una parete di roccia artificiale di fianco al campo da tennis in maniera da affiancarla a quella naturale posta sul Monte della Croce. Sono numerosi gli appassionati della disciplina che frequentano la nostra frazione. Quanto tempo ci vorrà per vederli in funzione? Dipenderà dall’andamento della sagra, dai 3 ai 5 anni. Vedremo».

Attenzione è riservata anche al piazzale dove va in scena la Sagra dei Bisi. «Per renderla più funzionale ed accogliente – prosegue Pio Maruzzo – stiamo eseguendo alcune opere. Abbiamo già posato un cordolo in pietra perimetrale, fissato gli ancoraggi per la tensostruttura, realizzato i sottoservizi: ora siamo pronti per la pavimentazione in betonelle».

Al centro di tutto ci sono i “bisi”, il legume simbolo di rinascita della natura dopo l’inverno che il Doge di Venezia faceva arrivare in laguna in occasione della festa di San Marco per servire ai commensali la tradizionale minestra “risi e bisi”. Un centinaio i volontari impegnati nella sagra, con batterie di 20-25 donne che nell’imminenza della festa si radunano per sgranare i baccelli. Quest’anno poi, per la prima volta, negli ultimi due giorni della sagra i piselli sono stati messi in vendita con l’azienda Daniele e Giuseppe Capraro a rappresentare la decina di produttori della frazione. E per la seconda domenica di ottobre il Comitato Sagra ha in serbo una novità: la prima edizione della sagra del tartufo.

Giorgio Zordan

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