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Ipab nel caos: «Presidente si dimetta»

La casa di riposo “Serse Panizzoni” di Camisano. FOTO D’ARCHIVIO
La casa di riposo “Serse Panizzoni” di Camisano. FOTO D’ARCHIVIO
La casa di riposo “Serse Panizzoni” di Camisano. FOTO D’ARCHIVIO
La casa di riposo “Serse Panizzoni” di Camisano. FOTO D’ARCHIVIO

Non si placano le polemiche attorno al Consiglio di amministrazione della casa di riposo “Serse Panizzoni” di Camisano. Dopo le dimissioni in blocco di tutti i componenti del Comitato famigliari e ospiti della casa di riposo, causate ad inizio marzo da un'accesa discussione con il presidente della struttura Gianni Sbalchiero, sulla questione intervengono ora anche i gruppi di minoranza. Due capigruppo hanno infatti chiesto al presidente Sbalchiero di rassegnare le dimissioni, tramite una lettera firmata il mese scorso dai consiglieri Silvia Polato e Renzo Marangon, di “Insieme per Camisano”, e Giovanni Favero, di “Camisano Coinvolto”. Una decisione, scaturita dopo un incontro avvenuto alcuni giorni fa tra i famigliari degli ospiti dell’Ipab e il sindaco di Camisano Eleutherios Prezalis, in merito alle criticità sollevate dagli ormai ex componenti del comitato. «Da tale incontro non è scaturito un nuovo e costruttivo percorso - recita la lettera -, al contrario la riunione ha evidenziato dette criticità sommate ad altri particolari evidenziati dai dipendenti presenti alla riunione, e quindi l'incapacità del consiglio di amministrazione di poter gestire una situazione così delicata. Siamo convinti che se la situazione contingente dovesse perdurare, il danno maggiore ricadrebbe ancora una volta sugli ospiti». Di qui la richiesta di dimissioni. «In questa sede e in qualità di amministratori (sebbene consiglieri di minoranza) Le chiediamo ufficialmente di rassegnare le proprie dimissioni anche semplicemente per una questione riguardante la morale e il pudore». Concetti in parte ribaditi anche da Giuseppe Maio, consigliere del gruppo “Camisano Cambia”. «Richiedere le dimissioni del presidente è lecito, ma questo non risolverà necessariamente i problemi - commenta -. L'incontro tra i famigliari e il sindaco è stato molto acceso, ed è emersa una mancanza di comunicazione da parte dei famigliari con la direzione e il consiglio della casa di riposo».

Maio cita poi una lettera scritta da alcuni dipendenti della struttura, in difesa del loro operato all'interno della casa di riposo, indirizzata al sindaco, al Consiglio comunale e a Sbalchiero. «I famigliari non hanno attaccato i dipendenti - continua il consigliere -, hanno solo detto che i dipendenti non sono messi in condizione di lavorare con serenità, a causa del clima teso che si è creato e perché sotto organico. Una famigliare ha poi detto di aver ricevuto una lettera anonima che la invitava a farsi gli affari suoi. Dopo i vari interventi dell'incontro, mi sono reso conto che la situazione è talmente grave da poter essere configurata nei reati di mobbing e stalking, nei confronti dei dipendenti e dei famigliari. Mi sono reso dunque disponibile a supportare chiunque presenti una denuncia a riguardo». Una polemica tutt'altro che chiusa, dunque, come confermato dallo stesso Maio. «Porteremo la questione in Consiglio comunale, sia chiaro».

Marco Marini

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