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«Invasi dalle cicale, un inferno»

Un tronco pieno di cicale nell’abitazione di Emilia Caliaro. GUARDAAncora cicale lungo un’asse nella stessa abitazione di Grancona.M.G.Un “grappolo” di insetti aggrappati ad una foglia. GUARDACicale appese ad un cavo accanto ad una recinzione. GUARDA
Un tronco pieno di cicale nell’abitazione di Emilia Caliaro. GUARDAAncora cicale lungo un’asse nella stessa abitazione di Grancona.M.G.Un “grappolo” di insetti aggrappati ad una foglia. GUARDACicale appese ad un cavo accanto ad una recinzione. GUARDA
Un tronco pieno di cicale nell’abitazione di Emilia Caliaro. GUARDAAncora cicale lungo un’asse nella stessa abitazione di Grancona.M.G.Un “grappolo” di insetti aggrappati ad una foglia. GUARDACicale appese ad un cavo accanto ad una recinzione. GUARDA
Un tronco pieno di cicale nell’abitazione di Emilia Caliaro. GUARDAAncora cicale lungo un’asse nella stessa abitazione di Grancona.M.G.Un “grappolo” di insetti aggrappati ad una foglia. GUARDACicale appese ad un cavo accanto ad una recinzione. GUARDA

Altro che lo strepitoso successo di Heather Parisi che agli inizi degli anni Ottanta cantava “Delle cicale, ci cale, ci cale, ci cale” dando allegria e positività agli italiani che in quel periodo la guardavano in tivù. Non ne può più invece la signora Emilia Caliaro, che abita in via dei Pini, nella zona collinare di Grancona, frazione di Val Liona, che in conseguenza di un fenomeno naturale si ritrova a vivere circondata da migliaia di questi insetti che da un mese a questa parte cantano in maniera ininterrotta tenendo concerti quotidiani che durano dall’alba al tramonto. «È uno strepito assordante e molesto che non finisce mai, comincia all’alba e continua in maniera pressoché costante fino a quando non va giù l’ultima luce e in pochi minuti smette da solo – racconta Emilia “Emy” Caliaro –. Ho centinaia e centinaia di cicale che circondano la mia casa e i dintorni, sono dappertutto e la cosa curiosa è che non riesco mai a vederne una mentre canta, in compenso si fanno sentire loro e tutte insieme. Si fa perfino fatica a restare fuori all’aperto e cenare in giardino è una cosa che quest’anno difficilmente riesco a fare. Sono riuscita anche un po’ ad abituarmi perché il loro suono è così costante che, ad un certo punto, o ci fai l’abitudine o ti chiudi tutta l’estate in casa. Purtroppo, non tutti riescono a farci l’orecchio, soprattutto in poche ore, come gli ospiti che avevo invitato qualche giorno fa per una serata in compagnia. In vent’anni che abito qui non mi era mai capitata una cosa del genere». La causa è il picco di concentrazione delle cicale, il più diffuso e conosciuto esemplare della famiglia degli omotteri, nell’area circoscritta all’abitazione della signora che ha visto comparire migliaia di involucri lasciati ovunque dagli insetti in muta. E l’intensità dei concerti va aumentando di giorno in giorno di pari passo con l’arrivo dei nuovi esemplari con i maschi che si preparano all’accoppiamento con il caratteristico “canto” dato dal frinire di uno speciale apparato che si trova sull’addome in grado di produrre il caratteristico suono. «Continuano ad uscire dal terreno da tutte le parti, trovo sempre nuovi resti, il numero è impressionante – spiega la signora Caliaro –. Sui tronchi degli alberi e sui filari delle viti non ne parliamo, ma lo fanno anche sui fiori, sui fili d’erba, sui pali di sostegno alle piantine, per terra, non c’è un posto dove non siano arrivate. Sono piena. Ne rastrello di continuo. Manca solo di arrivare a trovarle fin dentro in casa. Di cicale sono quasi diventata un’esperta. Mi sono documentata e cerco di trovare il momento in cui, di notte, escono dal terreno per fare la muta. Perchè stanno interrate anche per anni prima di venire fuori in superficie. E’ incredibile. Ma una volta però che sono venute su vanno irrimediabilmente a ingrossare le file di quelle che cantano in coro». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Guarda

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