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Grandine come ciliegie, viti decimate

Rami pieni di grappoli spezzati dalla violenza dei chicchi di grandine. FOTO BUSATO
Rami pieni di grappoli spezzati dalla violenza dei chicchi di grandine. FOTO BUSATO
Rami pieni di grappoli spezzati dalla violenza dei chicchi di grandine. FOTO BUSATO
Rami pieni di grappoli spezzati dalla violenza dei chicchi di grandine. FOTO BUSATO

Una violenta grandinata durata una decina di minuti, con una forza che non si ricordava da tempo e chicchi grandi come ciliegie quella che ha colpito martedì pomeriggio, a macchia di leopardo, diversi ettari di vigneti di tai rosso, cabernet, pinot, prosecco e garganega della fascia collinare tra Barbarano e Mossano, compromettendo in alcune aree fra il 20 e il 60 per cento della raccolta.

Dopo il gran caldo di fine maggio, che ha compromesso la raccolta di olive (altra diffusa produzione in questo angolo dei Colli Berici), le bizzarrie di un clima estivo sempre più imprevedibile hanno presentato un nuovo spiacevole conto a diversi viticoltori, compromettendo una parte importante della raccolta, nei vigneti ormai pronti a dare frutto.

«Una situazione che non avevo mai vissuto - afferma sconsolato Andrea Pretto, dalla sua azienda agricola di via Canove -. Questa è solitamente un’area protetta dai Colli Berici, l’ultima violentissima grandinata di cui abbiamo memoria risale al 1965».

Mentre parla mostra quello che resta dei suoi vigneti e stima «danni fra il 20 e il 60 per cento su uve di diverse varietà sparse su una decina di ettari». In alcuni casi interi grappoli sono stati letteralmente e sul terreno si notano impressionanti tappeti di foglie bucate, cadute a terra.

Danni più contenuti poco più avanti, alla cantina Pegoraro, sorta su un antico convento di monache del 1200, in via Calbin, nella strada che conduce alla Chiesa di Mossano. I titolari parlano di «un 10-20 per cento dei vigneti di tai rosso e bianco e cabernet rovinati, oltre alla soia e all’orto, anche se fortunatamente la grandine era mista a pioggia».

«Abbiamo subito avviato il trattamento disinfettante per scongiurare il marciume - spiegano -, anche se bisognerà attendere un bel po’ per avere una stima precisa degli effettivi danni sulle diverse varietà che in alcuni casi potrebbero aumentare e in altri diminuire».

Sulla strada collinare di via Barre, che collega Mossano con Barbarano Paolo De Guio stima tra il 30 e il 50 per cento i danni subiti su due ettari di vigneti di tai rosso, cabernet e garganega della sua azienda agricola.

«Dopo le grandi raffiche di vento di lunedì pomeriggio che hanno danneggiato il vivaio Orso - considera il sindaco Cristiano Pretto - questa grandinata rappresenta un evento meteorologico eccezionale per Barbarano. Ma forse questo è il passato. Dovremo abituarci agli effetti disastrosi di questi cambiamenti climatici, che alternano caldo africano e violentissime precipitazioni».

Felice Busato

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