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Gioco d’azzardo, i dati sono allarmanti

Sono sempre di più le persone dipendenti dal gioco d’azzardo
Sono sempre di più le persone dipendenti dal gioco d’azzardo
Sono sempre di più le persone dipendenti dal gioco d’azzardo
Sono sempre di più le persone dipendenti dal gioco d’azzardo

Le vittime del gioco d’azzardo crescono. Coinvolge tra l’1 e l’1,5% della popolazione berica di 80 mila abitanti la ludopatia con un consumo medio per giocatore stimato in circa mille euro all’anno. Ancora in poche, 25 persone in tutto, si sono finora rivolte ai canali d’aiuto per uscire da questa dipendenza che comporta un pericoloso disturbo del comportamento con ricerca ossessiva, incapacità di smettere, irritabilità e ansia tra scommesse, lotterie, gratta e vinci, slot machine, videopoker, poker online. È un preoccupante fenomeno quello della ludopatia dalle pesanti conseguenze familiari, economiche e sociali che è stato analizzato nell’incontro “Quando il gioco non è più un gioco - Il gioco d’azzardo patologico: cos’è, come riconoscerlo, a chi chiedere aiuto”, organizzato nella saletta del Modernissimo da Comune e Servizio Dipendenze dell’Ulss 8 berica. «Si tratta di un primo momento informativo e di riflessione su questa problematica che investe anche la nostra realtà per ricercare con una giusta comunicazione attraverso i servizi socio-sanitari presenti sul territorio efficaci strategie che aiutino i soggetti coinvolti, le rispettive famiglie e specie i giovani a rendersi conto della pericolosità di questo tipo di dipendenza», ha esordito l’assessore al sociale Mattia Veronese che in merito alle due sale da gioco presenti in paese ha rilevato come «i Comuni possano mettere solo i paletti della distanza da luoghi sensibili (scuole, parrocchie, impianti sportivi) e limitare gli orari di queste strutture la cui apertura è autorizzata dalla Questura». «Da un decennio il Ser.D noventano si occupa di problematiche legate al gioco, ma dal 2015 grazie ai fondi destinatici dalla conferenza dei sindaci stiamo affrontando la dipendenza dal gioco patologico con avvio di un gruppo di terapia gestito da tre operatori della comunità Papa Giovanni XXIII di Lonigo, ma bisogna aiutare i giocatori patologici a prendere consapevolezza di questa malattia che va paragonata alle tossicodipendenze con un percorso analogo per uscirne», ha sottolineato il responsabile Mauro Codogno. Ben 80 i miliardi di euro bruciati dagli italiani nel 2011 nei giochi d’azzardo che fanno dell’Italia il primo paese europeo con presenza di 400 mila slot machine tanto che dallo scorso anno il ministero della salute ha inserito il gioco d’azzardo patologico tra i Lea (livelli essenziali di assistenza) per rendere gratuite le cure. Analizzando l’aspetto clinico della ludopatia le psicologhe e psicoterapeute del gruppo GAP della comunità Papa Giovanni XXIII di Lonigo Marta Ballabio ed Elisa Gottardo hanno parlato di «fenomeno complesso e trasversale determinato da fattori sociali, psicologici ed economici con varie tipologie del giocatore: sociale, problematico e patologico». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Felice Busato

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