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«Fusione? Manca ancora il coraggio»

Flavio Alberto Caoduro, sindaco di Sossano e presidente dell’Unione
Flavio Alberto Caoduro, sindaco di Sossano e presidente dell’Unione
Flavio Alberto Caoduro, sindaco di Sossano e presidente dell’Unione
Flavio Alberto Caoduro, sindaco di Sossano e presidente dell’Unione

Restare così o diventare un Comune unico? Il presidente dell’Unione dei Comuni del Basso Vicentino Flavio Alberto Caoduro spiega perché ad una decina d’anni dalla fondazione dell’ente Sossano, Orgiano, Pojana Maggiore e Asigliano non hanno finora compiuto l’ultimo passo verso la fusione, nonostante i risultati di uno studio farebbero emergere la possibilità di ulteriori benefici. «Da noi non c’è mai stata una presa di posizione decisa in tal senso nei confronti dei cittadini - ammette il sindaco di Sossano - col rischio che forse non capirebbero del tutto questo tipo di scelta. È una soluzione per ora prematura, anche se molto probabilmente è la strada che dovremo percorrere nel prossimo futuro».

Presidente, cosa manca?

Le persone non ne sentono l’esigenza. I nostri Comuni sono quasi tutti ben dimensionati per cui riescono ad andare avanti ancora piuttosto bene. Non nego che ogni tanto tra sindaci parliamo della necessità di fonderci e l’argomento continua a tornare, poi tutto finisce lì. Abbiamo commissionato uno studio per vedere come organizzare meglio l’Unione sotto l’aspetto amministrativo e gestionale. È emerso, secondo la società che l’ha realizzato, che la miglior soluzione sarebbe proprio la fusione. Ma qui entrano in gioco altre problematiche.

Vale a dire?

Il fatto che la gente non è ancora pronta e non sente molto questa esigenza. Negli ultimi tempi si sta ragionando in questo senso ma non in maniera sufficientemente forte.

A cosa pensa sia dovuto?

Al fatto che una scelta irreversibile come questa genera molti timori. L’Unione è un momento di passaggio verso le fusioni, è chiaro, e non permette più questi gran risparmi che magari fino a qualche anno fa ci saremmo aspettati. È un ente ulteriore, anche se gli amministratori non hanno indennità, con un bilancio e passaggi burocratici propri. Alla fine tutti questi vantaggi che avrebbero dovuto esserci sono difficili da vedere e quantificare. E i contributi che erano stati promessi dallo Stato sono stati presto tagliati. Quest’anno che abbiamo avuto oltre 100 mila euro in meno.

Qualche miglioria ci sarà stata?

Certo, abbiamo generato alcune economie come la gara per la raccolta dei rifiuti o il bando per i software, che hanno fatto abbassare i costi. Ma sono saltate fuori altre spese di gestione come ente.

Sull’efficienza organizzativa?

Il personale dei Comuni è stato assorbito nell’Unione, le funzioni comunali sono praticamente tutte demandate all’Unione, dal tecnico, alla ragioneria, alla segreteria, fino alla polizia locale. Anzi, tenere gli uffici distribuiti in giro per i quattro Comuni è antieconomico e poco efficiente.

E allora perché non fate il passo ulteriore?

Ci vuole coraggio.

Matteo Guarda

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