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Calano i fedeli, ma salgono le offerte

I cestini delle offerte possono fruttare 700 euro alla domenica
I cestini delle offerte possono fruttare 700 euro alla domenica
I cestini delle offerte possono fruttare 700 euro alla domenica
I cestini delle offerte possono fruttare 700 euro alla domenica

La generosità dei fedeli si mantiene a livelli ancora alti, nonostante il calo dell’affluenza in chiesa. Questa è almeno la fotografia della situazione nell’Area Berica che emerge dal racconto di alcuni sacerdoti.

«Al calo di presenze dei fedeli non corrisponde ancora una diminuzione delle offerte - fa notare don Giorgio, da sedici mesi parroco a Noventa (in unità pastorale con Saline e Agugliaro)- e, in media, dalle messe domenicali, raccogliamo circa 700 euro. Si dona circa 1 euro a persona. Questo vale anche per le buste a Natale e a Pasqua, per le quali si è verificato un aumento».

Gesti di carità cristiana che servono per la manutenzione ordinaria e il pagamento delle utenze (duomo, canonica, patronato, cinema, campo sportivo e relativo spogliatoio). Fra i lavori straordinari, è stato ultimato a dicembre, con l’accensione di un mutuo, il restauro del campanile (223 mila euro di cui 70 mila euro dalla fondazione Cariverona).

Un segnale di ottimismo, confermato da Don Pompeo Cattaneo, insediatosi a Pojana Maggiore a settembre dello scorso anno (in unità pastorale con Asigliano, Cagnano e Cicogna). «Non ci sono interventi consistenti sulla struttura - spiega - e le offerte (a partire dai 400 euro raccolti mediamente la domenica) vengono utilizzate per far fronte alle spese di tutti i giorni, in primis il riscaldamento. La comunità risponde bene ai bisogni della chiesa».

Questi dati assumono valore solo se «si aiutano i fedeli senza forzature, a capire il valore della donazione, sviluppando uno spirito di servizio al prossimo e di volontariato», puntualizza don Renzo Faccipieri di Sossano (in unità pastorale con Albettone, Lovertino, Campiglia, Colloredo, Pilastro e Orgiano). «Se rimangono solo le elemosine, c’è il rischio di fare della chiesa un mercato. Sono un atto simbolico, ma occorre essere partecipi. Gesù non ha offerto panini, ma la sua vita». Per questo «dovrebbe rivestire sempre più rilevanza la funzione dei laici. Questa sensibilità va coltivata nelle omelie e con incontri personali». Il tempo libero, i progetti comuni e le competenze condivise (di banchiere in pensione, muratore, musicista…) diventano il valore aggiunto e, metaforicamente parlando, sono quegli “oggetti particolari” che, se trovati nel cesto, fanno la differenza e lo rendono fruttuoso. Il “capitale umano” assume più valore quando si tratta di piccole realtà. È il caso di San Gottardo a Zovencedo con 600 anime. «L’unico animale che si sta estinguendo è l’uomo» afferma, con un velo di malinconia, don Alfredo Motta, pensando allo spopolamento della zona. «La messa è, per molti, il momento di aggregazione. I parrocchiani ci tengono alla loro chiesa». Il catechismo con i bambini o le attività comunitarie sono più significative dei 70 euro alla settimana, raccolti durante la celebrazione, perché rafforzano il senso di appartenenza e scongiurano la sparizione di queste mini-entità.

Laura Guarducci

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