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Brucia il sottotetto della villa del ’500

L’intervento dei vigili del fuoco nella villa.  FOTO VIGILI DEL FUOCO
L’intervento dei vigili del fuoco nella villa. FOTO VIGILI DEL FUOCO
L’intervento dei vigili del fuoco nella villa.  FOTO VIGILI DEL FUOCO
L’intervento dei vigili del fuoco nella villa. FOTO VIGILI DEL FUOCO

Hanno lavorato per ben cinque ore i vigili dei fuoco per portare a conclusione le operazioni di spegnimento dell’incendio scoppiato nel sottotetto a spiovente del corpo principale di Villa Piovene Porto Godi, la cinquecentesca dimora patrizia che si trova all’inizio dell’abitato del borgo di Toara, ai piedi delle colline in territorio comunale di Villaga. I pompieri di Lonigo e di Vicenza sono intervenuti intorno alle 6 di ieri mattina allertati dalla chiamata alla sede operativa da parte di un passante che ha visto lo sprigionarsi del fumo dall’ultimo piano dell’antico edifico di via Villa, dando così l’allarme e facendo partire le squadre con le autopompe che hanno impedito il verificarsi di gravi conseguenze al fragile quanto prestigioso edificio. Gli uomini del distaccamento di Lonigo, col rinforzo dei colleghi del capoluogo, sopraggiunti con un mezzo dotato di autoscala, hanno agito per spegnere le fiamme, quello che è stato invece più lungo, impegnando oltre la metà delle ore è stato provvedere alla rimozione dei materiali infiammabili ancora presenti all’interno del sottotetto, utilizzato come deposito, per assicurarsi che non ci sarebbero stati ulteriori inneschi.

Le cause che hanno provocato l’incendio sono tuttora al vaglio dei tecnici dei vigili del fuoco. Da quanto è stato finora possibile apprendere, non si è trattato di un usuale rogo con il focolaio e le fiamme vive, ma è stata diversamente una combustione che si è sviluppata in maniera lenta e subdola, covando e andando avanti presumibilmente per tutta la notte scorsa senza manifestarsi. Fino a quando, intaccando una sempre maggiore quantità di masserizie disposte nei locali del sottotetto, dei refoli di fumo non hanno iniziato a sprigionarsi dai balconi delle finestre più alte, fuoriuscendo provvidenzialmente dalla facciata sul fronte che dà sulla pubblica strada dove qualcuno ha potuto scorgerli ed effettuare l’immediata segnalazione della situazione pericolosa in atto.

E quanto sia stato alto il rischio corso dalla storica villa lo dimostra il tempo trascorso – fino alla 11 - e la certosina meticolosità con cui i pompieri hanno accuratamente smassato i vari oggetti in materiali plastici e in carta che si trovavano accatastati negli spazi del sottotetto, costituito da travi e conventini di legno che risalgono al periodo della costrizione. Oltre alla rapida chiamata, ad evitare che l’immobile prendesse fuoco come una scatola di fiammiferi, è stata la fortunata coincidenza che i materiali si trovassero nel locale al chiuso, senza quindi tiraggio e ricambio d’aria, facendo in modo che la propagazione dell’incendio, nonostante l’abbondante presenza di infiammabili, si limitasse al minimo.

«Abbiamo corso un grosso rischio», hanno spiegato i proprietari, la famiglia Piovene Porto Godi, ieri all’opera per sistemare i locali e togliere i materiali rimasti lesionati dal fuoco delle ore precedenti.

Matteo Guarda

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