Ci vorrà qualche mese in più per completare il bacino di laminazione sul torrente Agno-Guà a Trissino. Attualmente operativo per circa il 70%, secondo i dati del consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, quindi 1 milione 800 metri cubi sui 2 milioni 800mila di volume previsti. La data di consegna dell’opera, il 7 gennaio 2019, quindi sarà destinata a slittare. Anche se proprio in questi giorni sono in corso i rilievi per avere un dato preciso su quanto materiale inerte ancora dovrà essere asportato. Si ipotizzano 700/800mila metri cubi di volume. «Ma potrebbero essere anche meno», precisa Gabriele Capparotto, presidente e legale rappresentante del consorzio stabile Medoacus e legale rappresentante della Capparotto srl di Mestrino che sta realizzando i lavori. E spiega: «Sono passati diversi mesi dagli ultimi rilievi. Parliamo di 80 ettari di area. In cantiere ci sono ogni giorno 20 macchine operatrici che lavorano e un centinaio di camion per lo spostamento del materiale, con diverse opere in fase di realizzazione in parallelo. Tra tre settimane avremo il quadro preciso». «L’impresa sta procedendo da cronoprogramma - dice il presidente del consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta Silvio Parise - ma ci sarà bisogno di una proroga sulla consegna lavori, penso di 4/5 mesi sulla data fissata ad inizio gennaio 2019, se si considerano il ritardo nell’avvio lavori per la caratterizzazione del terreno, i problemi per il maltempo e la fase di scavo che resta da completare. Le opere murarie sono finite al 90% ma manca ancora lo svuotamento di una parte del bacino e l’asporto del materiale». «Difficile quantificare la tempistica - continua Capparotto - di certo siamo partiti in ritardo perché dal progetto all’assegnazione dell’appalto sono cambiate le normative regionali ed è stato necessario ripetere le caratterizzazione dei terreni. Stiamo parlando di movimentare 2 milioni di metri cubi di materiale inerte. Inoltre dal 24 febbraio al 10 aprile quest’anno siamo stati costretti a sospendere i lavori causa maltempo: non potevamo usare per rifare gli argini materiale bagnato e inzuppato d’acqua. E poi ci siamo fermati ad agosto per le ferie. Adesso però, se ci fossero le condizioni, potremo anche accelerare i lavori. I rilievi sullo stato avanzamento del bacino ci aiuteranno anche per la tempistica. Scavo a parte, i lavori sono ultimati comunque per l’85%. E tutto il materiale inerte asportato finora è stato venduto». Il materiale prelevato in parte viene usato per le arginature, il resto viene trasportato altrove, soprattutto nelle cave, secondo un piano già approvato dall’Arpa. • © RIPRODUZIONE RISERVATA