<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Bacino, slitta la consegna Ritardi per il maltempo

L’invaso di Trissino sarà terminato entro la primavera 2019. ARCHIVIO
L’invaso di Trissino sarà terminato entro la primavera 2019. ARCHIVIO
L’invaso di Trissino sarà terminato entro la primavera 2019. ARCHIVIO
L’invaso di Trissino sarà terminato entro la primavera 2019. ARCHIVIO

Ci vorrà qualche mese in più per completare il bacino di laminazione sul torrente Agno-Guà a Trissino. Attualmente operativo per circa il 70%, secondo i dati del consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, quindi 1 milione 800 metri cubi sui 2 milioni 800mila di volume previsti. La data di consegna dell’opera, il 7 gennaio 2019, quindi sarà destinata a slittare. Anche se proprio in questi giorni sono in corso i rilievi per avere un dato preciso su quanto materiale inerte ancora dovrà essere asportato. Si ipotizzano 700/800mila metri cubi di volume. «Ma potrebbero essere anche meno», precisa Gabriele Capparotto, presidente e legale rappresentante del consorzio stabile Medoacus e legale rappresentante della Capparotto srl di Mestrino che sta realizzando i lavori. E spiega: «Sono passati diversi mesi dagli ultimi rilievi. Parliamo di 80 ettari di area. In cantiere ci sono ogni giorno 20 macchine operatrici che lavorano e un centinaio di camion per lo spostamento del materiale, con diverse opere in fase di realizzazione in parallelo. Tra tre settimane avremo il quadro preciso». «L’impresa sta procedendo da cronoprogramma - dice il presidente del consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta Silvio Parise - ma ci sarà bisogno di una proroga sulla consegna lavori, penso di 4/5 mesi sulla data fissata ad inizio gennaio 2019, se si considerano il ritardo nell’avvio lavori per la caratterizzazione del terreno, i problemi per il maltempo e la fase di scavo che resta da completare. Le opere murarie sono finite al 90% ma manca ancora lo svuotamento di una parte del bacino e l’asporto del materiale». «Difficile quantificare la tempistica - continua Capparotto - di certo siamo partiti in ritardo perché dal progetto all’assegnazione dell’appalto sono cambiate le normative regionali ed è stato necessario ripetere le caratterizzazione dei terreni. Stiamo parlando di movimentare 2 milioni di metri cubi di materiale inerte. Inoltre dal 24 febbraio al 10 aprile quest’anno siamo stati costretti a sospendere i lavori causa maltempo: non potevamo usare per rifare gli argini materiale bagnato e inzuppato d’acqua. E poi ci siamo fermati ad agosto per le ferie. Adesso però, se ci fossero le condizioni, potremo anche accelerare i lavori. I rilievi sullo stato avanzamento del bacino ci aiuteranno anche per la tempistica. Scavo a parte, i lavori sono ultimati comunque per l’85%. E tutto il materiale inerte asportato finora è stato venduto». Il materiale prelevato in parte viene usato per le arginature, il resto viene trasportato altrove, soprattutto nelle cave, secondo un piano già approvato dall’Arpa. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

Suggerimenti