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È lui, l’Arma... finale «Sono qui per fare gol è la mia responsabilità»

Rachid Arma mostra la maglietta che indosserà a Vicenza. COLORFOTOArma parla con i tifosi dopo l’episodio del 2011: acqua passataRachid Arma durante la sua prima uscita in biancorosso, domenica a Caldogno contro l’Arzignano. CISCATO
Rachid Arma mostra la maglietta che indosserà a Vicenza. COLORFOTOArma parla con i tifosi dopo l’episodio del 2011: acqua passataRachid Arma durante la sua prima uscita in biancorosso, domenica a Caldogno contro l’Arzignano. CISCATO
Rachid Arma mostra la maglietta che indosserà a Vicenza. COLORFOTOArma parla con i tifosi dopo l’episodio del 2011: acqua passataRachid Arma durante la sua prima uscita in biancorosso, domenica a Caldogno contro l’Arzignano. CISCATO
Rachid Arma mostra la maglietta che indosserà a Vicenza. COLORFOTOArma parla con i tifosi dopo l’episodio del 2011: acqua passataRachid Arma durante la sua prima uscita in biancorosso, domenica a Caldogno contro l’Arzignano. CISCATO

A volte ritornano. E non sempre sono una minestra riscaldata. Rachid Arma ne ha fatta di strada da quel lontano 2011 quando lasciò Vicenza dopo appena 9 presenze e un gol, su rigore, nel recupero contro il Pescara. I tifosi lo ricordano per la sua esultanza rabbiosa, la maglia biancorossa a terra, uno sfogo per una stagione balenga che non aveva soddisfatto le aspettative personali della vigilia. Finì così la sua prima esperienza biancorossa. Ma a volte il destino ti dà una seconda chance. Da allora infatti sono arrivati i gol, tanti, con Spal, Carpi, Pisa, Reggiana, Pordenone e Triestina. La media fa poco più di 13 reti a stagione. Una dote che ha portato il ds Seeber a fare uno sforzo per riportarlo a Vicenza. Rachid Arma, cresciuto a San Bonifacio, comune veronese (ma diocesi vicentina) dove ancora risiedono i genitori, ora è un uomo diverso. Infatti comincia dalla fine: «Inizio da quel gesto, sbagliato, che mi attirò qualche critica da parte dei tifosi vicentini. Lo spiegai allora, ma oggi, che sono più uomo e padre di famiglia, vorrei chiarire ancora una volta, per partire con il piede giusto. Fu un anno difficile, quello, giocai pochissimo e in quel finale di partita e di stagione, dopo il primo gol in biancorosso, sfogai tutta la rabbia e la frustrazione. Non fu un gesto contro la curva, e infatti ero rivolto verso la nord, fu una cosa mia personale, uno sfogo. Figuriamoci se mi sarei permesso gesti contro una tifoseria da Serie A che incita la squadra anche in momenti molto bui, come quelli dello scorso anno...». «Ma se ho scelto Vicenza è anche per cancellare quella vicenda - continua il centravanti - e dimostrare quello che valgo. Qui c’è entusiasmo, un progetto importante. Sono pronto a prendermi la responsabilità dei gol, quelli che mi vengono chiesti. È questo il mio ruolo e so cosa devo fare. Questa è la sfida più importante della mia carriera». A Trieste, dopo una partenza lampo (6 gol in 12 gare) il bomber, che veniva dalle 18 reti con il Pordenone, si è inceppato. Sono arrivate soltanto due reti dopo di quelle. «È stato un anno strano - spiega Arma -. La squadra partì bene, anche se giovane, le cose cominciarono a peggiorare dopo l’esonero di Sannino, la squadra aveva meno benzina sulle gambe rispetto all’inizio. Io sono un finalizzatore, dipendo molto dal gioco della squadra e quindi ne ho risentito pure io». Chi seguiva il Bassano da qualche anno in C sa che Arma è uno di quei giocatori fastidiosi per le difese: sa battersi nel gioco aereo (ma non è uno sfondatore come ad esempio Maistrello), ma ha anche una buona velocità e agilità, soprattutto dentro l’area di rigore. «I miei palloni sono quelli crossati dal fondo - si descrive Raschid- ma preferisco i cross morbidi, per poterli andare a prendere in “terzo tempo”. Oppure mi piacciono i palloni filtranti, quelli da calciare in porta di prima, senza stoppare il pallone». Caratteristiche che possono essere esaltate dal gioco predicato da Colella, fatto di veloci uno due e cross dalle fasce che lo scorso anno, complici anche una serie di infortuni agli attaccanti Grandolfo e poi Razzitti, hanno prodotto meno di quanto avrebbero dovuto (Diop, poi, era abbonato ai pali...). Il profilo tecnico insomma, sulla carta, è esattamente quello che serviva al tecnico biancorosso penalizzato lo scorso anno (su sponda Bassano) dalla mancanza di concretezza offensiva a fronte di prestazioni a volte addirittura sontuose sul piano dello spettacolo. «Non sono mai restato a lungo in una squadra? A me piace giocare in piazze che hanno molto entusiasmo, infatti quando mi hanno proposto Vicenza ho accettato subito. La B? Ho avuto brutte esperienze in passato e preferisco giocare in C dove posso fare la differenza piuttosto che rischiare altre stagioni in panchina». Lo slittamento dell’inizio del torneo potrebbe tornare utile a Colella per inserire al meglio Arma nel gioco della squadra. «Ho parlato col mister, mi piace l’idea di gioco che ha in mente: rubare palla in attacco per ripartire subito con l’azione offensiva. È una mentalità che in C paga e credo possa esaltare le mie caratteristiche. L’anno scorso il Bassano di Colella mi era rimasto impresso proprio per il suo gioco molto propositivo ed offensivo. Un messaggio ai tifosi: abbiate pazienza, la società è nuova, il gruppo si sta impegnando tanto. Questo entusiasmo ci può far decollare». Il nuovo finalizzatore vicentino indosserà la maglia numero 16: «Gli altri numeri erano tutti presi - scherza - comunque il 16 è il giorno del mio compleanno e di quello di mia moglie, quindi va benissimo». I numeri, quelli che i tifosi chiedono, sono quelli stampati a fianco: i gol. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Federico Ballardin