VENEZIA. Seconda vittima del West Nile in Veneto. Si tratta di un 89enne di Este (Padova), che era stato ricoverato in ospedale a Monselice una decina di giorni fa a causa di un forte febbre. Una settimana fa era invece morto un 86enne veronese che si trovava ricoverato all'ospedale di Legnago.
Ad oggi in Veneto i casi accertati sono complessivamente 51, dei quali 32 forme lievi e 19 neuroinvasive a diversi livelli di gravità. I casi sono al momento 15 a Padova, 16 a Rovigo, 3 a Treviso, 7 a Venezia, 8 a Verona, 2 a Vicenza.
«La situazione è assolutamente sotto controllo - dice l’assessore alla sanità Luca Coletto - e in tutti gli ospedali veneti si pone ogni attenzione in fase di diagnosi e si erogano tutte le cure necessarie. Alla gente chiediamo non paura ma collaborazione nel mettere in atto tutte quelle piccole precauzioni che possono allontanare il rischio, come l’uso di repellenti cutanei o per gli ambienti chiusi, delle zanzariere e dei condizionatori dove presenti, evitare di creare zone con acqua stagnante».
Il West Nile, diagnosticato per la prima volta in Africa, è un virus che aggredisce l'uomo e il cavallo dopo la puntura della comune zanzara Culex pipiens, a sua volta infettata da uccelli selvatici che fanno da serbatoio. La febbre del Nilo non si trasmette, cioè, da uomo a uomo, se non con trasfusioni di donatori infetti, ma può arrivare solo tramite una zanzara che abbia punto un volatile contagiato o una persona già colpita dal virus.