<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Commissione indigesta, tutti dal prefetto

Una mozione per costituire una Commissione speciale e di inchiesta per affari particolari e di indagine sull’attività dell’amministrazione. A firmarla i capigruppo Massimo Sbicego (Civica Cornedo), Guido Cariolato (Cornedo riparte adesso), Stefano Zarantonello (M5S), e i consiglieri Dino Grande e Claudio Zamperetti (Progetto Comune) che si aspettavano di votarla nell’ultimo Consiglio comunale, ma così non è stato. E si sono rivolti al Prefetto. «Consideriamo lesivo delle funzioni proprie dei consiglieri e del Consiglio stesso, il fatto che la presidente del Consiglio comunale – hanno scritto – non abbia inserito la mozione all’ordine del giorno. Ricordiamo che gli argomenti oggetto della Commissione sono stati più volte trattati mediante interpellanze, interrogazioni, richieste di accesso agli atti e che, quando vi siano state risposte da parte dell’amministrazione, le stesse siano state spesso omissive e fuorvianti, senza che i fattori di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione siano mai stati definitivamente chiariti». I firmatari concludono sottolineando che «le scelte e i comportamenti dell’amministrazione comunale vadano trattati seriamente, senza rinvii e scappatoie perché potrebbero incidere in maniera pesante su criteri di moralità e correttezza e anche sulla sicurezza di luoghi e persone». A rivolgersi per primo al Prefetto è però stato il sindaco Martino Montagna. «Assieme al presidente del Consiglio Elisa Benetti, una volta ricevuta la mozione e visti i contenuti, per essere trasparenti abbiamo deciso, dopo averlo incontrato e su suo suggerimento, di scrivere al Prefetto chiedendogli di rivolgere al Ministero degli Interni un semplice quesito: abbiamo fatto bene a non inserire, e quindi discutere, la mozione all’ordine del giorno del Consiglio comunale visti i contenuti? Ricordo che una mozione può essere rigettata se si ravvisa un linguaggio scorretto o offensivo verso persone, quando i contenuti siano lesivi della privacy dei cittadini, e quando contiene affermazioni diffamatorie, ingiuriose o penalmente perseguibili. Di ciò abbiamo informato i consiglieri comunali. Ora attendiamo il parere del Ministero degli Interni». Il sindaco Montagna tiene a precisare che «da nove anni il municipio è un palazzo di vetro, dove tutto si svolge alla luce del sole e con la massima trasparenza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

G.Z.

Suggerimenti