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La villa palladiana racconta i segreti della civiltà rurale

Il polo museale sarà allestito a villa Valmarana-Bressan, storica dimora palladiana.  ARCHIVIO
Il polo museale sarà allestito a villa Valmarana-Bressan, storica dimora palladiana. ARCHIVIO
Il polo museale sarà allestito a villa Valmarana-Bressan, storica dimora palladiana.  ARCHIVIO
Il polo museale sarà allestito a villa Valmarana-Bressan, storica dimora palladiana. ARCHIVIO

Chiamatelo Rinascimento monticellese. O la voglia, tutta autoctona, di aprirsi al mondo e soprattutto al turismo riscoprendo e recuperando il patrimonio culturale più popolare e genuino, quello, comune a buona parte del Veneto, contadino. Da promuovere e pubblicizzare, tra i visitatori italiani e stranieri, con didascalie in tripla lingua, italiano, inglese e dialetto veneto, per dare un nome e illustrare i tanti utensili esposti, come un raro tagliafieno del 1300. Un immenso bagaglio di tradizioni che da oggi, anzi dal 1° luglio, giorno dell'inaugurazione ufficiale, avrà una nuova vetrina dove svelarsi e mostrarsi, gli “Spazi dei Granai”. È questo infatti il nome del nuovo, vasto polo museale -il primo in realtà per il comune- presto accessibile a Monticello Conte Otto e precisamente a Vigardolo, dove dalla metà del Cinquecento sorge una delle più belle ville palladiane, quella residenza Valmarana-Bressan riconosciuta patrimonio dell'Unesco nel 1996. Nello splendido edificio già location di manifestazioni pubbliche, matrimoni ed eventi privati è stato infatti insediato un nuovo complesso espositivo con due musei permanenti -dedicati alla “Civiltà del Grano” e al "Percorso del Palladio"- e un loggione da 100 metri quadrati per mostre temporanee dei più svariati generi e arti. A dare vita al progetto di valorizzazione della struttura e di rilancio degli usi e costumi locali in un'ottica sia di tutela della memoria locale sia di impulso al turismo culturale ci ha pensato l'attivo presidente del gruppo Arte di Monticello Massimiliano Rossato. Incaricato dal proprietario di villa Valmarana, Alessandro Bressan, di studiare una soluzione per far brillare di nuova luce la villa e i granai costruiti un paio di secoli dopo l'edificazione palladiana, nel '700, Rossato nel giro di qualche mese ha pianificato e realizzato il nuovo sito museale. «Appena si è sparsa la voce di quest'iniziativa la gente ha cominciato a contattarci per contribuire con reperti di famiglia, di quelli accumulati in cantine e soffitte -racconta Rossato- ciò che non potremo esporre sarà conservato in un magazzino in attesa, chissà, che ogni paese abbia il suo museo del passato, della civiltà rurale». Nei 600 metri quadrati a disposizione saranno visitabili, in modo permanente, la sala “Civiltà del Grano” con oggetti legati alla vita agricola corredati da note in italiano, inglese e dialetto e quella sul “Percorso Palladiano”, anche qui con materiale e documentazione sul Palladianesimo in triplice idioma. Il terzo luogo, il loggione, sarà libero per gli artisti e i curatori che vorranno occuparlo con contenuti artistici temporanei. A rendere possibile il progetto un team organizzativo che comprende, oltre ai soci fotografi del gruppo Arte, esperti e specialisti quali il professor Galliano Rosset, la storica dell'arte Valentina Casarotto, l'attrice Stefania Carlesso, il grafico e giornalista Antonio Orbana. L'appuntamento inaugurale è per domenica 1°luglio a partire dalle 14.30, con la prima edizione della “Festa della Trebbiatura”: con l'occasione infatti, oltre al tour guidato degli "Spazi dei granai" e alla degustazione di prodotti tipici del territorio, come il gelato alla carota bianca, alle esibizioni di ballo dell'Asd Free Harmony e all'animazione con clown, giocolieri e animali nel cortile della villa, andrà in scena anche la lavorazione manuale e con macchine d'epoca del frumento appena raccolto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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