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Il fertilizzante ora si fa con i pannolini

L’amministrazione comunale fornirà i pannolini che si trasformano in fertilizzante. ARCHIVIO
L’amministrazione comunale fornirà i pannolini che si trasformano in fertilizzante. ARCHIVIO
L’amministrazione comunale fornirà i pannolini che si trasformano in fertilizzante. ARCHIVIO
L’amministrazione comunale fornirà i pannolini che si trasformano in fertilizzante. ARCHIVIO

Fertilizzante per le coltivazioni dai pannolini riciclati. Che diventeranno compost organico per l’agricoltura. Insieme al verde e all’umido. La novità arriva da Arcugnano, il primo comune in Veneto, precursore anche in Italia, del progetto pilota per l’utilizzo di pannolini biocompostabili, più salubri e a minor impatto ambientale, ma soprattutto realizzati con materiali totalmente naturali e quindi, con opportuno trattamento, trasformabili in fertilizzante, per concimare vigneti piuttosto che campi di grano ad Arcugnano e dintorni. Un riutilizzo quindi all’insegna del green e dell’ambiente. La sperimentazione partirà ufficialmente il 1° luglio per concludersi il 31 dicembre e alle famiglie che aderiranno all’iniziativa dal 2019 verrà applicata una riduzione consistente, dal 50% in su, della tariffa rifiuti. «Avremmo voluto farlo già da quest’anno ma con piano tariffario e bilancio già approvati era complicato» precisa l’assessore all’ambiente Gino Bedin. E’ lui infatti, insieme ad Utilya, società privata a capitale pubblico che gestisce i servizi rifiuti per sette comuni dell’area, il fautore del progetto pannolini biocompostabili, con l’obiettivo di ridurre il peso del secco prodotto nel territorio comunale. «Ci siamo resi conto che i pannolini inquinano molto – spiega l’assessore Bedin – e che, se pur utilizzati da sole 150 famiglie con bambini su 3.600 utenti, rappresentano il 20% del peso complessivo del secco, circa 429 tonnellate annue. Secco che per lo smaltimento ci costa 109 euro a tonnellata più trasporto. L’unica soluzione possibile quindi era trasformare il pannolino in compostaggio, frazione umida. E così nell’ottica di incentivare le politiche per la famiglia, riducendo la tariffa, abbiamo individuato sul mercato un pannolino biocompostabile, che in 45 giorni, opportunamente trattato e miscelato, viene trasformato in terriccio fertilizzante insieme all’altra frazione organica». Così si è deciso di partire. In questa prima fase Arcugnano dovrà avvalersi di una ditta terza attrezzata, in provincia di Verona, per questo tipo di compostaggio «Che è più lungo rispetto ai 30 giorni di ciclo normale del biodigestore ad Asigliano – precisa Bedin – ma se la sperimentazione dovesse funzionare, potremo mettere in piedi ad Utilya un piccolo impianto di pretrattamento». Giovedì 14 giugno alle 21 nella sala consiliare del municipio il Comune ha organizzato una serata informativa a cui sono state invitate le 150 famiglie con bambini piccoli, da 0 a 2 anni e mezzo. «Sarà un momento informativo per i genitori – continua l’assessore all’ambiente – ma alle famiglie verrà anche consegnato gratuitamente un kit composto da un contenitore ad hoc per la raccolta, da 50 litri, e due confezioni di pannolini biocompostabili secondo le misure richieste e un vademecum. L’obiettivo del progetto è arrivare nel 2019 all’utilizzo esclusivo di questo tipo di pannolino, vietando l’utilizzo di quelli tradizionali, a fronte di un incentivo per le famiglie rappresentato da una forte riduzione della tariffa sui rifiuti. Riduzione che arriverà dal risparmio sul conferimento del secco». Il progetto sarà monitorato in tutta la fase di sperimentazione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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