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«È nata la casa dei malati invisibili»

Il taglio del nastro affidato a due utenti della struttura, circondate da autorità. FOTOSERVIZIO COLORFOTOI posti letto,  con ampi spazi per agevolare la mobilità degli ospiti
Il taglio del nastro affidato a due utenti della struttura, circondate da autorità. FOTOSERVIZIO COLORFOTOI posti letto, con ampi spazi per agevolare la mobilità degli ospiti
Il taglio del nastro affidato a due utenti della struttura, circondate da autorità. FOTOSERVIZIO COLORFOTOI posti letto,  con ampi spazi per agevolare la mobilità degli ospiti
Il taglio del nastro affidato a due utenti della struttura, circondate da autorità. FOTOSERVIZIO COLORFOTOI posti letto, con ampi spazi per agevolare la mobilità degli ospiti

Sono state Elisabetta Posenato, mamma di Samuel, e Laura Amatore, moglie di Gaetano, a tagliare il nastro, insieme alle autorità, del reparto per pazienti in stato vegetativo permanente al centro residenziale anziani Scalabrin di Arzignano. Samuel, 20 anni, colpito da arresto cardiaco in casa due anni fa, e Gaetano, 71 anni, da tre in struttura per lo stesso motivo, sono due degli ospiti del nuovo nucleo da dieci posti realizzato nell’ambito della messa a norma e ristrutturazione del blocco B dello Scalabrin, oltre 3 milioni di spesa, 1 milione 400 mila della Fondazione Cariverona e il resto risorse del centro residenziale. Progetto di riqualificazione datato dicembre 2015, appalto a settembre 2016 e opere realizzate nel 2017, con i collaudi conclusi un mese fa. «Grazie alle autorizzazioni in tempi brevi di Regione, Comune e Ulss» ha sottolineato il direttore Alberto Anelli, ricordando l’intervento: adeguamento antisismico del blocco B, realizzazione al primo piano di dieci posti per stati vegetativi permanenti più dodici per non autosufficienti, ammodernamento dell’impiantistica, nuovo salone polifunzionale da oltre 250 metri quadrati e un ascensore montalettiga per la casa albergo. «È stato avviato anche l’iter per attivare al secondo piano sette posti di hospice per malati terminali oncologici - ha annunciato Anelli – ma la sfida non è finita, servono risorse per la messa a norma degli altri edifici, per una struttura da 130 posti che eroga servizi come l’assistenza domiciliare e la consegna pasti». «Questa è la dimostrazione che il lavoro di squadra porta risultati importanti – ha detto il presidente Francesco Mastrotto – un grazie alla Fondazione Cariverona e ai tanti benefattori. In primis dalle origini nel 1896 al lascito di Sebastiano Scalabrin». «Non è stato un percorso facile – ha aggiunto il sindaco Giorgio Gentilin – si è rischiato di perdere il finanziamento di Cariverona e anche l’accreditamento della Regione. Un appello alla Regione, per completare la messa a norma, e ai cittadini: donate ad un’istituzione storica». «Questo intervento si inserisce nell’organizzazione dei servizi sul territorio, sempre più importante con l’invecchiamento della popolazione e la cronicità dei malati – ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 8 Giovanni Pavesi – qui si amplia con il nucleo stati vegetativi permanenti e l’hospice che sarà attivato entro l’anno. Si tratta dei sette posti previsti con la futura riqualificazione dell’ospedale Cazzavillan che intanto rendiamo operativi». Un quadro dei servizi sul quale, dopo la lettera di saluto del governatore Luca Zaia, ha tracciato un bilancio l’assessore regionale ai servizi sociali Manuela Lanzarin. «Nel Veneto ci sono 367 strutture per anziani e circa 33 mila persone ospitate. Ma stiamo lavorando considerando i nuovi scenari ovvero l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle famiglie parentali con una rete territoriale: nel Vicentino siete stati lungimiranti, è la Provincia più coperta. Ora è in fase di approvazione il piano socio-sanitario regionale con tre capisaldi: territorio, cronicità e non autosufficienza. Arriverà a breve anche la riforma delle Ipab. E abbiamo attivato il nuovo fondo di rotazione da 10 milioni per riqualificare strutture come questa». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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