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Ultimo canto per la suora del Vaticano

Suor Fiorella durante il concerto tenuto qualche mese fa per il cinquantesimo della sua ordinazione
Suor Fiorella durante il concerto tenuto qualche mese fa per il cinquantesimo della sua ordinazione
Suor Fiorella durante il concerto tenuto qualche mese fa per il cinquantesimo della sua ordinazione
Suor Fiorella durante il concerto tenuto qualche mese fa per il cinquantesimo della sua ordinazione

Resta ancora impresso nel cuore di molti parrocchiani, il concerto che suor Fiorella Schermidori - scomparsa martedì all’età di 69 anni a Roma, appartenuta alla Congregazione Paolina delle Pie Discepole-, ha offerto otto mesi fa in occasione del suo cinquantesimo di ordinazione come dono alla comunità, accompagnata dal suo coro di consorelle “Rabunì”, tenutosi nella parrocchiale di Montegaldella. Nessuno poteva immaginare che si trattasse della sua ultima esibizione nella chiesa natale, e tra le ultime a livello nazionale della suora liturgista, diplomatasi nel 1970 a Roma al Pontificio Istituto di Musica Sacra, divenuta famosa per le direzioni musicali in Vaticano, le sue composizioni liturgiche con vari cd, e l’animazione alle messe mattutine trasmesse da TV2000. Molti gli incarichi che ha rivestito, come direttrice del Segretariato Religiose e membro del Consiglio Direttivo dell’Aisc (Associazione Italiana Santa Cecilia). Dal 1999 ad oggi coordinava la Liturgia all’Usmi (Unione Superiore Maggiori Italia). Nel 2012 ricevette la nomina dal Segretario Generale della Cei, come membro del Comitato per i Congressi Eucaristici. La suora con la musica nel sangue, non ce l’ha fatta a vincere la battaglia contro il male che l’ha aggredita sette anni fa, fino alla fase acuta di qualche settimana fa che l’ha portata a spegnersi nell’ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale, suscitando vivo cordoglio in tutto il mondo liturgico romano e nazionale. Dalla piccola Montegaldella, dov’era nata da una numerosa famiglia di dieci fratelli, Francesca Schermidori, che, nel ’74 da consacrata assumerà il nome di suor Fiorella, nel suo paese natale è sempre rimasta la “Franca” di gioventù, anche dopo il trasferimento romano e parigino dov’era andata per tre anni in missione. Di lei si ricordano le dirette televisive da S. Pietro, dove veniva invitata come unica donna, a dirigere l’assemblea dei fedeli o il coro dei laici che animava le funzioni papali. La sua minuta figura non passava inosservata, dato che sprizzava innata armonia e musicalità, tanto da imporsi con garbo e maestria in un mondo fortemente maschilista, come quello delle cappelle musicali romane. Scriveva: «La liturgia della terra è la preparazione alla perfetta liturgia celeste. Quanto si compie quaggiù per vocazione e per missione è valida, meritoria preparazione alla contemplazione dell’eterna beatitudine, al canto perfetto del cielo». Molti dei suoi canti continuano ad echeggiare nelle chiese italiane, alcuni entrati a far parte della tradizione cattolica. Per un decennio è stata tra le anime più illuminate del mondo della musica liturgica moderna, affiancandosi alle autorevoli voci maschili che le hanno sempre dimostrato stima e ammirazione. Venerdì mattina a Roma nella chiesa di Via Portuense, sede della Casa generalizia delle Pddm, le esequie con oltre 50 preti e il cerimoniere del papa, e uno stuolo di consorelle, confratelli, e tanti fedeli che hanno conosciuto suor Fiorella. Molti anche i musicisti, arrangiatori e compositori, che hanno voluto renderle omaggio. Il feretro è stato poi traslato ad Alba in Piemonte, dove è stato tumulato nel cimitero della Congregazione. La comunità di Montegaldella ne ha fatto memoria ieri con la recita del rosario, mentre oggi alle 17 nella parrocchiale di S.Michele sarà officiata una messa di suffragio, animata dai quei canti che porteranno indelebilmente la firma e ricordo della piccola suora della musica sacra. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonio Gregolin

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