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la commemorazione

Acca Larentia, saluti fascisti e «presente». Scoppia il caso: «Sembrano immagini del 1924»

Militanti di destra che hanno commemorato con retorica fascista i tre militanti del Fronte della Gioventù Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, uccisi a Roma il 7 gennaio 1978 davanti alla sede del Msi.
Acca Larentia, saluti romani
Acca Larentia, saluti romani
Acca Larentia, saluti fascisti

Partita con le più buone intenzioni di una commemorazione bipartisan la giornata dell'anniversario della strage di Acca Larentia, una delle pagine più tragiche degli anni di piombo a Roma, è finita tra le polemiche e l'annuncio del ricorso alle carte bollate.

Tutto per l'iniziativa di  militanti di destra che hanno commemorato con saluti fascisti e "presente" i tre militanti del Fronte della Gioventù Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, uccisi a Roma il 7 gennaio 1978 davanti alla sede del Msi.

Saluti romani 

Una cerimonia, quella con i saluti romani, avvenuta dopo e in un altro luogo rispetto a quella istituzionale a cui hanno partecipato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l'assessore alla Cultura Miguel Gotor per il Campidoglio che hanno deposto due corone di alloro, alla presenza tra gli altri del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli.

Denuncia e minaccia di querela Droghei-Rocca

La vicinanza spazio-temporale dei due eventi, la prima, quella istituzionale, nel piazzale dove c'è la targa delle tre vittime e la seconda davanti alla ex sede del Msi, ha però innescato la polemica, con il Pd di Roma e Più Europa che hanno sollecitato il presidente Rocca e la premier Giorgia Meloni a prendere le distanze. «Braccia tese e saluti romani alla commemorazione di Acca Larentia alla presenza del presidente della Regione Lazio Rocca e della vicepresidente Angelilli. Commemorare i morti è una cosa, dare copertura istituzionale ad adunate fasciste è altro», ha scritto Emanuela Droghei, consigliera regionale e coordinatrice della segreteria Pd Roma. 

In serata il presidente Rocca interviene duramente a spegnere le polemiche annunciando che Droghei «già campionessa di superficialità nel 2023, si aggiudica il primato di prima querelata nel 2024. Le sue accuse sulla commemorazione della strage di via Acca Larenzia sono false, surreali e diffamatorie. La cerimonia istituzionale a cui ho preso parte, e alla quale ha partecipato l'assessore di Roma Capitale Miguel Gotor, è stata estremamente composta e animata dalla sola intenzione di ricordare tre vittime degli Anni di Piombo. Nessun saluto romano davanti ad alcuna carica istituzionale, come lo stesso Gotor può confermare. Se ci fossero stati saluti romani non avrei esitato a stigmatizzarli e a prenderne le distanze. Accusare il sottoscritto di dare copertura istituzionale a adunanze fasciste è diffamatorio e la Droghei ne renderà conto in Tribunale».

Durante la commemorazione Rocca ha sottolineato il dovere di ricordare questi ragazzi «morti per l'odio ideologico che ha avvelenato gli Anni di Piombo. Non sono morti di serie B, vanno rispettate tutte le vittime, di destra e di sinistra». L'assessore capitolino Gotor ha spiegato di aver partecipato alla commemorazione «per ricordare oggi che la militanza politica non può mai giustificare la violenza e lo spargimento di sangue».

Proposta di legge su anni di piombo

«La mia proposta di legge per una commissione sugli anni di piombo - ha detto il vicepresidente della Camera Rampelli - serve proprio per fare chiarezza su tutte le vittime minori di quegli anni e per capire chi ha armato i giovani di quel tempo». Nel tardo pomeriggio c'è stato un corteo che ha raggiunto Acca Larentia, un migliaio i partecipanti, ad annunciare la manifestazione un manifesto nero con il titolo 'presente, presente, presente' e in alto una piccola croce celtica bianca.

Schlein: «Sembra il 1924, le organizzazioni neofasciste vanno sciolte»

«Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924. Oggi presenteremo un’interrogazione al Ministro Piantedosi, quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione», ha dichiarato Ellie Schlein.

 

«Questa è una vergogna inaccettabile in una democrazia europea». Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda. 

«Non è in discussione l'umana pietà per i morti e neanche la condanna della violenza politica di ieri e di oggi. Tutta, senza distinzione. Ma il saluto romano, fatto in occasione del ricordo di Acca Larentia, è esso stesso simbolo di morte, violenza e sopraffazione. Per questo dovrebbe essere condannato in primo luogo dalle forze politiche. Tutte. Chi non lo fa è complice. Lo dichiara il deputato del Pd, Nicola Zingaretti.

 «Siamo indignati per i saluti romani di fronte all'ex sede dell'Msi di via Acca Larentia, a Roma e non capiamo come sia stato possibile che si sia permessa questa sceneggiata fascista. La glorificazione e la celebrazione di simboli e gesti inneggianti al fascismo sono inaccettabili e vanno contro i valori fondamentali della democrazia e della convivenza civile. Presenteremo un'interrogazione urgente al Ministro Piantedosi affinché si faccia luce su come abbia consentito lo svolgersi di questi inquietanti avvenimenti e sulla necessità di adottare misure concrete per contrastare ogni forma di organizzazione illegale che promuova ideali fascisti». Così in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli. «Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte perché illegali e coloro che inneggiano al fascismo devono essere perseguiti secondo la legge. È nostro dovere mantenere alta la guardia contro qualsiasi manifestazione di intolleranza o violenza che metta in pericolo la nostra convivenza pacifica e il rispetto dei principi democratici», conclude

«Questa immagine sembra datata esattamente cento anni fa, nel 1924, ed invece è di ieri sera. È inaccettabile che si permetta di fare il saluto romano nell'Italia di oggi, e di richiamare esplicitamente le adunate del disciolto partito nazionale fascista, senza alcun rispetto per la nostra storia e per quanti hanno lottato per le nostre libertà. Vista la prontezza con cui alla Scala le forze dell'ordine sono intervenute per un urlo (innocuo), sono in attesa che il ministero dell'Interno comunichi di aver provveduto ad aver attivato le stesse procedure seguite dalla DIGOS alla Scala di Milano e a passare le riprese alla magistratura per le necessarie identificazioni». Lo scrive sui suoi canali social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva e componente del Copasir, postando la foto del raduno dell'estrema destra a Acca Larenzia a Roma

«Saluti romani alla presenza di cariche istituzionali della Regione e dello Stato, è una vergogna inaccettabile» per il segretario del Pd Enzo Foschi. «Chi, come Giorgia Meloni, da anni chiede che si faccia chiarezza sugli omicidi del 7 gennaio 1978, dovrebbe opporsi alla trasformazione del 7 gennaio in una manifestazione in cui un gruppo di esaltati strumentalizza quegli omicidi per la solita adunata estremista», rincara Barbara Vecchietti della segreteria di +Europa.

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