<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La tragedia all'ospedale di San Bonifacio

Morta la mamma
Non ce l'ha fatta
neppure il bambino

Anna con Andrea che vive a San Bonifacio
Anna con Andrea che vive a San Bonifacio
Anna con Andrea che vive a San Bonifacio
Anna con Andrea che vive a San Bonifacio

Non ce l’ha fatta nemmeno il bambino. Il piccolo Leonardo è morto sabato notte intorno alle 23.30 tra le braccia del padre Andrea Zambotto che l’ha tenuto stretto a sé in un amorevole quanto disperato abbraccio fin dalla mattina e che ora è annientato da un secondo immenso dolore.

Soltanto il giorno prima, nella giornata di Natale, la fidanzata, la giovane dottoressa di Sarego Anna Massignan, era morta a 34 anni durante il parto mentre si trovava ricoverata all’ospedale di San Bonifacio per una caduta sulle scale di casa. Le condizioni del loro figlioletto erano tuttavia apparse critiche fin da subito.

«Non ho più Anna, non ho più Leonardo, la mia vita adesso è finita», è quello che ha continuato a mormorare sommessamente ai parenti più stretti che adesso temono per lui. I genitori di Anna Massignan, il papà Antonio, conosciuto in paese come Beppino, e la madre Assuntina Maule, ancora non riescono a capacitarsi di quanto sia potuto accadere alla loro figlia e al nipotino appena nato. «Siamo disperati ma ora è niente perché siamo abbattuti dal dolore e non ci rendiamo ancora bene conto, ci pare impossibile, ma i giorni peggiori saranno i prossimi e quelli dopo quando saremo certi che lei e il suo bambino non ci saranno davvero più per sempre».

NOMINATO UN LEGALE. E ora vogliono sapere il perché. «Vogliamo capire come mai sono morti, cosa è potuto succedere di così grave in quelle maledette ore che sono stati in mano ai dottori di San Bonifacio. Vogliamo che ci venga detta tutta la verità. Abbiamo il diritto di saperlo e anche se ci sono state responsabilità e da parte di chi». Le due famiglie in accordo tra loro daranno mandato a un avvocato per seguire dal punto di vista legale la vicenda che avrà, sembra ormai scontato, uno strascico giudiziario e tra i primi atti che si prevedono ci sarà la nomina del perito di parte per partecipare all’esame autoptico sui corpi. I nonni sono riusciti a vedere il loro nipotino appena nato e che è stato battezzato poche ora prima che spirasse. «Era proprio un bel bambino ben formato che pesava più di 3 chili, sul suo volto abbiamo riconosciuto i nostri tratti di famiglia, aveva gli occhi azzurri e le manine e i piedini paffutelle, era uno spettacolo vederlo. Non capiamo come sia potuta finire così».

LA GRAVIDANZA. La giovane dottoressa era infatti all’ottavo mese di gravidanza e avrebbe dovuto partorire in una data compresa tra l’11 e il 14 gennaio.

Per questo aveva sospeso la sua attività professionale. «Era meticolosa, scrupolosa e precisa e in più era anche un medico, e tutto quello che lei ha potuto fare per portare avanti nel modo più corretto la sua gravidanza, l’ha fatto», ricordano i genitori Beppino e Assuntina.

«Non faceva niente che potesse nuocere in qualche modo al bambino che portava in grembo, seguiva la dieta più appropriata, si comportava nel modo più prudente, si faceva fare tutte le analisi e se c’era qualcosa chiedeva di fare gli esami che servivano. E così ha fatto anche gli ultimi giorni, seguendo il programma di cure. Non può essere dipeso tutto da una semplice caduta sugli ultimi due gradini della scala».

CASI PIU’ URGENTI. Non se la sentono ancora di chiedere di parlare con i medici e il personale che ha operato la figlia e e il suo bimbo. «Sarebbe un’emozione troppo forte che ora non possiamo permetterci», affermano, «ma da parte dell’ospedale di San Bonifacio finora nessuno si è fatto vivo. Quando nostra figlia il giorno di Natale chiedeva che si prendessero cura di lei, le dicevano che in quel momento c’erano casi più urgenti. Eppure ha avuto un’emorragia che le è scoppiata dentro come una bomba e che non si è più fermata. Perché nessuno si è accorto prima di quello che stava rischiando?».M.GU.

Suggerimenti