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CINEMA

Carlo Celadon in sala alla prima di "800 giorni"

Applauso scrosciante a Breganze per l'imprenditore che fu sequestrato da giovane. Presente anche Fabio Testi
Breganze Il saluto del pubblico del festival a Carlo Celadon DONOVAN CISCATO-STUDIO STELLA
Breganze Il saluto del pubblico del festival a Carlo Celadon DONOVAN CISCATO-STUDIO STELLA
Breganze Il saluto del pubblico del festival a Carlo Celadon DONOVAN CISCATO-STUDIO STELLA
Breganze Il saluto del pubblico del festival a Carlo Celadon DONOVAN CISCATO-STUDIO STELLA

La serata delle sorprese, ieri al Breganze film festival, in occasione della prima proiezione al pubblico di "800 giorni", il film diretto da Dennis Dellai sulla stagione dei sequestri in Veneto. In sala si è presentato Carlo Celadon, che ha rotto il suo tradizionale riserbo per assistere al debutto della pellicola ispirata alla sua vicenda. Uno scrosciante applauso è partito spontaneamente da parte del pubblico come tributo all'imprenditore che, diciannovenne, fu rapito nel 1988 dalla 'ndrangheta e ne rimase prigioniero per oltre due anni.

Il saluto di Celadon

«Sono contento di questa calorosa accoglienza, anche se sono di Arzignano tutto il vicentino è ormai casa mia - ha detto Celadon - . So benissimo che 30 anni fa molti di voi, allora giovani più o meno come me, hanno vissuto da vicino quel periodo tragico, condividendo emotivamente ciò che è capitato a me ad altri. Il mio sequestro, e quelli di Marco Fiore e Cesare Casella, hanno segnato la storia d'Italia. Per fortuna poi lo Stato si è imposto maggiormente, e un po' alla volta il fenomeno è scomparso. Per quello che mi riguarda, questa nuova ventata di popolarità mi dà fastidio ma condivido la necessità di riportare alla memoria quel difficile periodo».

«Non vedo tantissimi giovani qui stasera - ha aggiunto - ma mi auguro che ci siano nelle prossime proiezioni e che questa storia possa toccare gli animi di tanti di loro che oggi perdono tempo sui social network».

In platea anche una poliziotta che aveva indagato sul rapimento

Ma un'altra sorpresa è stata la presenza tra il pubblico, oltre a numerose autorità civili e delle forze dell'ordine, di una funzionaria di polizia che aveva indagato sul sequestro e che è così tornata in contatto con Celadon.

La sala Verdi ha organizzato le cose in grande, con una passerella stile Hollywood, calcata dal regista e dagli attori. Tra loro, anche Fabio Testi, il nome più prestigioso del cast, che non ha voluto mancare.

Dopo i saluti istituzionali e l'introduzione di Dellai, il buio in sala per una proiezione che ha appassionato ed emozionato ed è stata salutata al termine da una vera ovazione.

Alessandra Dall'Igna

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