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Il caso

Veneto Banca, soci
possono chiedere
i danni a Intesa

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Una filiale di Intesa Sanpaolo
Una filiale di Intesa Sanpaolo
Una filiale di Intesa Sanpaolo
Una filiale di Intesa Sanpaolo

ROMA. Buone notizie per gli azionisti "azzerati" di Veneto Banca e Popolare di Vicenza che cercano un ristoro per gli investimenti nelle azioni delle due banche, rifilate loro a prezzi stellari negli anni precedenti al crac e spesso in spregio alle norme che richiedono un profilo di rischio adeguato per investire in titoli illiquidi.

Nell’udienza penale del processo di Veneto Banca, a Roma, il giudice «ha autorizzato le parti civili a citare come responsabile civile Intesa Sanpaolo» affermando che il decreto che ha disposto la liquidazione delle due banche «è sospetto di incostituzionalità e che il contratto di cessione stipulato tra Intesa e la liquidazione di Veneto Banca ha efficacia solo tra le parti e non vale ad escludere la responsabilità» di Intesa «nei confronti dei terzi danneggiati azionisti di Veneto Banca», ha spiegato l’avvocato Matteo Moschini, che rappresenta circa 600 soci di Veneto Banca e 400 di Popolare di Vicenza.

In pratica secondo il giudice, «le esclusioni formulate» tra Intesa e le banche in liquidazione sulla responsabilità verso i soci danneggiati hanno «mera valenza di disciplina di regresso nei rapporti interni» mentre non impediscono di «chiamare Intesa a rispondere, quale responsabile civile, dei fatti di reato per cui è in causa». «Si tratta di una decisione molto importante per i soci "azzerati", che possono chiedere i danni a una controparte capiente, quale è Intesa» ha spiegato ancora Moschini, ricordando che «fino al dibattimento c’è la possibilità di costituirsi parti civile» e che domani, nell’udienza sul processo sulla Popolare di Vicenza, «faremo domanda di citazione come responsabile civile di Intesa, producendo l’ordinanza di oggi». 

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